Al Sud una passeggiata in spiaggia diventa una scoperta di tesori nascosti

Orazio Pizzo ha 37 anni ed è originario di Castelvetrano nella provincia di Trapani in Sicilia. Lo scorso Giovedì si è recato sulla spiaggia che collega Triscina di Selinunte a Tre Fontane per una passeggiata. Munito di metal detector ha fatto una incredibile scoperta a pochi metri dalla battigia: più di 160 monete antiche (non è ancora chiara la provenienza) e 5 proiettili.

La dichiarazione di Orazio Pizzo a Tp 24 è la seguente: "Il detector era come impazzito, in un'area di pochi metri quadrati, ho trovato più di 160 monete, ma anche anelli antichi, orecchini, una punta di lancia...Mi ha colpito molto un bottone metallico con incisa un'aquila. Da una prima ricerca, credo potrebbe appartenere ad una divisa militare. Ho consegnato tutto ai carabinieri, che hanno sequestrato tutto."

Il materiale è stato messo a disposizione delle autorità che ne chiederanno l'analisi. Tali indagini stabiliranno se gli oggetti hanno valore archeologico, pregio storico e datazione. Per quello che riguarda i 5 proiettili, pare che essi  siano di una pistola calibro 38 (ritrovati insieme ad un bossolo), messi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria dovranno essere sottoposti ad analisi balistica.

La cosa davvero particolare di questo ritrovamento è che tutti gli oggetti fossero sepolti nello stesso tratto di spiaggia lungo giusto un paio di metri lineari, il che farebbe supporre che siano stati nascosti in tempi relativamente recenti. Questo è il motivo per cui i carabinieri della Compagnia di Castelvetrano hanno sequestrato il materiale per eseguire degli accertamenti.

Il luogo del ritrovamento Triscina di Selinunte dista soli 2 km dall'area archeologica di Selinunte, l'antica città greca in cui è ancora possibile ammirare un complesso di templi, vicino all'Acropoli, soprattutto il Tempio di Hera (ricostruito quasi completamente). Ritrovate nel sito archeologico, ed ora conservate nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo, anche statue e varie sculture; per questo data la vicinanza al sito non è da escludere che i reperti recuperati siano di origine greca.