La leggenda meridionale del tentato furto al tesoro dei Santi

La Basilica minore dei Santi Medici è posizionata al centro di Alberobello in Puglia, poco distante dal Trullo Sovrano. La chiesa dedicata ai Santi Damiano e Cosma, ha subito numerose modifiche nel tempo fino a raggiungere lo stato attuale in stile neoclassico attraverso il lavoro dell'architetto Antonio Curri nel 1881. 

Questa Basilica è il luogo in cui si consuma una curiosa storia, un fatto straordinario tramandato dalla cultura popolare che entra di diritto nelle leggende della tradizione pugliese. Questo racconto sembra trascinare in una favola in cui sacro e profano s'incontrano con l'aiuto di questi elementi: un tesoro, due ladri, due santi e una punizione esemplare.

La leggenda: 'il furto del tesoro dei S.S. Medici nella Basilica di Alberobello.

Nella Contrada Orlando risiedeva una famiglia molto ricca, ma queste ricchezze non erano frutto di un lavoro onesto e nemmeno di eredità nobiliare, erano i proventi delle numerosi rapine che tutti i componenti familiari compivano nelle masserie del territorio limitrofo. Queste genti erano solite spartire il bottino subito dopo ogni colpo e conservarlo nel loro casale.

Un giorno, due componenti di questa disonesta famiglia, decisero di recarsi alla Basilica dei Santi Cosma e Damiano, durante le celebrazioni della loro festa per controllare quante fossero le ricchezze all'interno di essa e cosa si poteva fare per portar via tutto. Una volta arrivati sul luogo e viste le moltissime ricchezze donate da fedeli devoti i due decisero, senza alcun rispetto del luogo sacro, di portare via ogni cosa.

Attesero con ansia la notte ed una volta all'interno della Basilica presero a saccheggiarla. Quando pensavano di aver terminato il loro compito, si resero conto, voltandosi, che le aureole in oro dei Santi erano ancora al loro posto. Non potevano lasciarle lì, abbandonato il sacco con il bottino ai piedi delle enormi statue presero a scalarle. Nel mentre della salita si resero conto di non potersi più muovere, di essere attaccati alle statue e di non riuscire a muovere nemmeno un muscolo.

Il nuovo giorno, trovò i due ladri sempre nello stesso stato, quando il parroco entrò in Chiesa era incredulo e subito corse a suonar le campane. Accorse l'intera comunità di fedeli che alla vista dei due uomini attaccati alle statue provarono in tutti i modi a staccarli senza riuscirci, presi dallo sconforto i devoti cominciarono a parlare con i santi chiedendo una punizione esemplare per i due ladri. A sera la richiesta fu quella di punire i due delinquenti condannandoli alla miseria per 7 generazioni e che la loro punizione fosse estesa a tutta la loro famiglia.

A questa richiesta i ladri caddero a suolo e scapparono a gambe levate convinti di averla fatta franca. Giunti nel loro casale, impauriti dall'accaduto cominciarono a pregare la statua di Santa Rosa, questa per tutta risposta cominciò a dondolare per poi fermarsi di botto. Qualche giorno dopo, Santa Rosa ricominciò a dondolare e con essa la casa, terrorizzati tutta la famiglia lasciò il casale con solo le vesti che avevano indosso. La casa crollo e tutti i loro averi scomparirono sotto le macerie lasciando in miserie l'intero nucleo familiare come avevano stabilito i santi.