Il monastero del Sud sospeso nel vuoto: l'Eremo di San Salvatore

Quando parliamo della Campania e delle sue province, la prima cosa che viene da pensare è al chiasso di voci e colori ad in ogni angolo, alle bellezze naturali e storiche sparse in ogni dove, ma diciamoci la verità, è difficile credere che in una regione così caotica possa esistere un posto ascetico e contemplativo come quello dell'Eremo di San Salvatore.

L'Eremo di San Salvatore o Abbazia di San Salvatore de Monte Caprario, è sulla cima del Monte Maggiore, che fa parte dei Monti Trebulani ( il cuore montuoso della provincia di Caserta), nel comune di Rocchetta e Croce. I comuni "Sparsi" che nacquero dopo la distruzione dell'antica Cales, distrutta dai Saraceni nel 879, erano caratterizzati da gruppi di persone che crearono piccoli nuclei abitativi sfruttando la protezione offerta dall'altezza delle montagne con sentieri aspri e moltissimi strapiombi.

Questi borghi sono carichi di storie e misticismi, ma mentre Rocchetta è un comune pieno di vita, di voci e persone, la frazione di Croce è del tutto deserta, abitata solo pietre e vecchie storie. Nonostante sia stata rinnovata, pochi anni fa la piazza centrale del paese, questo borgo ad oggi è in uno stato di completo abbandono.

Una vista mozzafiato attende chi, tra i più esperti e temerari, riuscirà a salire affrontando gli 857m al di sopra del mare, attraverso l'unico percorso possibile (quello ad Ovest), poiché sospeso nel vuoto su 3 lati. La struttura dell'eremo possiede diverse volte a vela, un altare su cui ancora sono presenti le strutture del coro e il sedile dell'Abate. Nel 1945, ad opera di un fedele, avvenne il primo restauro che doveva riparare i danni avvenuti durante un terremoto; rivelò la presenza di una cripta.

Questo eremo è completamente isolato dai rumori della civiltà, da tutto quello che può anche minimamente ricordare la modernità, lì troverete solo silenzio, natura e spiritualità. La sua bellezza sta nell'essere sospeso nel tempo, in un silenzio etereo che sembra quasi tangibile in ogni pietra e filo d'erba; un luogo in cui il pensiero viaggia senza ostacoli, dove è semplice ricongiungersi con se stessi.