Produzione Dop e Igp, regione del Sud al primo posto in Italia per crescita

Una regione del Sud si piazza al primo posto tra le regioni italiane per crescita, in termini di percentuale, del valore della produzione certificata dei prodotti Dop e Igp del settore del food. Si tratta della Sicilia: il grande risultato è emerso dall'ultimo Rapporto Ismea-Qualivita 2020 - l'analisi dei valori economici e produttivi dei settori agroalimentare e vitivinicolo Dop e Igp - presentato a Roma.

A comunicare il traguardo il sito della Regione Siciliana. Nel dettaglio si registra una crescita pari a ben il 21,8 per cento con un valore della produzione che passa così da 53 milioni di euro, registrato nel 2018, a 65 milioni di euro di produzione certificata, nell'ultima rilevazione.

Ma non è l'unico trend positivo per l'isola meridionale, che ha conquistato anche un ottimo terzo posto, in Italia, per numero di prodotti Dop e Igp nel settore del food. Sono 34, in totale, i prodotti a marchio della Regione Siciliana, con ben 4.394 operatori all'attivo. Soltanto in questo anno, rende noto Edy Bandiera, sono stati registrati tre prodotti a marchio di qualità (Dop/Igp) presso l'Unione Europea: cappero delle Eolie, provola dei Nebrodi e limone dell'Etna. Mentre per altri due prodotti (pistacchio di Raffadali e pesca di Delia) è in istruttoria il dossier, presso gli uffici della Commissione europea.

Grande soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale per l'Agricoltura, Edy Bandiera: "Questo importante primato, conferma la bontà del percorso che, dai primi istanti dell'insediamento del governo Musumeci, abbiamo intrapreso. Soltanto attraverso la valorizzazione delle nostre produzioni, la nostra agricoltura può produrre ricchezza e crescere in valore e occupazione degli addetti. E' questa la nostra ricetta ed a questa continuiamo costantemente a lavorare, da oggi forti del primato nazionale che ci viene riconosciuto".

In generale, le Dop e Igp italiane valgono 16,9 miliardi di euro, e Dopeconomy fa segnare un +4,2%. Il settore delle Indicazioni Geografiche è il 19% del valore agroalimentare nazionale, l'export vale 9,5 miliardi di euro. Sono solo alcuni numeri del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita, che attesta la solidità e la forza di un sistema capace di promuovere lo sviluppo nell'intero territorio italiano e che, in questa fase di difficoltà legata all'emergenza Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per le Indicazioni Geografiche e per il settore agroalimentare italiano.