L'architetto del Sud soprannominato "Levat' a' sott": Ferdinando Sanfelice

Ferdinando Sanfelice è uno dei più prolifici e creativi del Settecento napoletano. Nato a Napoli nel 1675 è il settimo figlio della famiglia Sanfelice, dapprima studioso di giurisprudenza e filosofia, alla morte del padre Camillo, per intercessione di suo fratello Antonio, si avvicinò all'architettura e alla pittura entrando a far parte del gruppo di Solimena (Chiamato Abate Ciccio colui che incarna la cultura tardo barocca).

Il primo incarico di Ferdinando su la realizzazione della Castellana edificata nella Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro in occasione dei funerali di Carlo II di Spagna per poi venire eletto come rappresentante e revisore per diversi edifici tra Napoli, Salerno e Nardò. Le strutture da lui create, hanno architetture insolite e innovative: edifici appariscenti con marmi ingarbugliati e contorti, e scale da strutture impossibili. Per queste particolarità che sembrano uscite dai sogni, i napoletani hanno affibbiato Sanfelice il soprannome di "Levat' a' sott'", i palazzi sembrano crollare su sé stessi, ballare fino a collassare dando quel senso di movimento infinito che costringe ad allontanarsi a "levat' a' sott".

Le sue opere sono custodite nel cuore di Napoli, le facciate della chiesa di San Giovanni a Carbonara e quella di Santa Maria della Mercede (via San Sebastiano) ne sono un esempio, ma la sua stravaganza artistica e la sua attenzione maniacale per i dettagli è ancora più evidente nelle Scalinate dei Palazzi Storici del Rione Sanità. Devono la propria bellezza al suo genio il Duomo di Amalfi,  Villa d'Elboeuf a Portici, la Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta a Nardò e tantissimi altri luoghi distribuiti tra la Campania e la Puglia.

Il Palazzo dello Spagnuolo e il Palazzo Sanfelice, entrambi situati nel Quartiere Sanità a Napoli, sono l'emblema della sua arte eccentrica e geniale per un dettaglio, citato anche in moltissimi film, la scale ad ali di falco. La genialità di Sanfelice sta nell'essere riuscito a calcolare fino al millesimo di centimetro un'interpretazione dello spazio in movimento, autorevole ma mai statico. L'esempio più autorevole del Barocco Napoletano, in cui la doppia scala costituisce non solo la facciata dell'edificio ma il punto di maggior fluidità e imponenza.