Il neonato che ha commosso tutta Italia ha finalmente una famiglia

Il 4 Novembre 2020 un neonato piange accanto ad un cassonetto della raccolta differenziata, ha ancora il cordone ombelicale attaccato. Il suo pianto arriva alle orecchie di un passante, che cerca zelante, sperando sia solo uno scherzo; pensava di trovare un cucciolo che qualche barbaro aveva gettato via, ma si è trovato davanti un neonato, rosso dal pianto e infreddolito, avvolto in una coperta.

L'uomo tremante fa chiamare il 118, il bambino viene trasportato all'Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa messo in Terapia Intensiva Neonatale, ma sta bene, è forte. Vittorio Fortunato è diventato il suo nome. I "genitori" trovati e interrogati dalla polizia al perché dell'abbandono hanno risposto che non hanno i mezzi per crescere un figlio.

Ora Vittorio Fortunato ha una famiglia. Tra le 20 famiglie che hanno contattato i Servizi Sociali per chiedere l'affido del minore, ne è stata scelta una residente fuori dalla provincia. La decisione è del Tribunale dei Minori di Catania, che ha mantenuto il riserbo sul nome dei affidatari per motivi di privacy e per dare al piccolo neonato la possibilità di vivere sereno con la sua nuova famiglia.

Quando il neonato è giunto nella struttura ospedaliera di Ragusa, l'assistenza è stata esercitata con devozione e amore da tutto il personale medico del reparto che ha sperato fin da subito che questo tenero pargoletto fosse adottato, per avere finalmente una vita normale e piena di amore. Vittorio Fortunato è stato oggetto di una manifestazione straordinaria di solidarietà, anche economiche, in un periodo come questo, la cosa non è per nulla scontata.

Il dottor Spata dichiarò: "Ci sono state situazioni quasi quotidiane che meriterebbero attenzione. Ci sono madri che arrivano ad accompagnare i propri figli in ospedale che non hanno nemmeno un paio di scarpe da indossare. Ci sono tante persone che hanno necessità di ricevere anche un piccolo aiuto". Tale dichiarazione lascia intendere non solo che dimostrare solidarietà in questo momento è un gesto di altruismo che pesa e quindi va elogiato, ma anche che si vive in un periodo difficile e che essere solidali è un atto fondamentale per la civiltà.