Uno dei simboli per eccellenza della tradizione culinaria meridionale è stato protagonista di una celebre rete televisiva internazionale. Il primo canale della tv francesce, "TF 1", ha dedicato giovedì un ampio servizio ai pastai di Gragnano, in provincia di Napoli, conosciuta a livello europeo come la "Città della Pasta". In Italia è infatti la città che produce ed esporta la maggiore quantità di pasta, soprattutto maccheroni.
La troupe della tv francese ha visitato la storica fabbrica della pasta di Gragnano, mostrando il funzionamento delle trafile in bronzo che, grazie a un metodo antichissimo, producono ogni giorno quintali di pasta di varie forme e dimensioni. La "Città della Pasta" a Gragnano nasce nel 1845, quando Ferdinando II di Borbone concesse il privilegio agli artigiani di fornire alla Corte tutte le paste lunghe.
Dal 2013 la tipicità della tradizione di pasta nella città campana ha avuto il riconoscimento europeo dell'Indicazione geografica protetta "Pasta di Gragnano". Oggi, come ricordato dall'Ansa, vengono prodotti al giorno 15 quintali di pasta Igp, pari a tre milioni di piatti, per un fatturato annuo di ben 300 milioni. Secondo i dati del 2019, Gragnano si trova all'undicesimo posto tra le Dop e le Igp nazionali.
A guidare le telecamere della tv francese, il titolare dell'azienda Antonino Moccia, che ha svelato ai giornalisti i "segreti" dell'arte dei pastai, con una visita nel "Museo della Pasta", nato dieci anni fa. Nel mese di giugno, per celebrare i 100 anni dalla fondazione dell'Università Parthenope, il Museo ha ottenuto il secondo premio al "Corporate Heritage Awards", un prestigiosi riconoscimento dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale delle imprese di ogni settore.
Anche un'altra pasta made in Sud punta verso la conquista del riconoscimento dell'Indicazione geografica protetta: la pasta siciliana. La proposta di recente è stata lanciata da Margherita Tomasello, presidente dell'Accademia Siciliana della Pasta. Per ottenere il celebre titolo, la pasta siciliana dovrà rispettare una serie di standard, come ad esempio l'aspetto esterno, il colore e la rugosità e la trafilatura in bronzo. Il logo scelto per lanciare la proposta sarà un fascio di grano che abbraccia la Sicilia.