Coronavirus, la cura Ascierto funziona: ottimi risultati su 4mila persone

L'oncologo dell'Istituto Tumori Pascale di Napoli Paolo Ascierto è ormai conosciuto in tutto il mondo per essere stato il primo a sperimentare il farmaco anti-artrite (il Tocilizumab) contro il Covid-19, con buoni risultati. L'emergenza sanitaria in Italia in questa stagione estiva sta allentando, ma esistono ancora dei focolai sparsi in giro per il Paese. Per questo motivo, e soprattutto per evitare una nuova ondata dell'epidemia, l'attenzione deve restare sempre molto alta in tutte le regioni della penisola.

La cura del medico meridionale sta funzionando, e in tutta Italia sono circa 4.000 le persone colpite dal virus trattate con il Tocilizumab ad ottenere ottimi riscontri. Anche se la Fase 3 non ha raggiunto gli esiti sperati, su molti pazienti la "cura Ascierto" è stata efficace. E' quanto emerge da uno studio condotto da Paolo Ascierto e dal suo collega e amico Vincenzo Montesarchio, oncologo dell'Ospedale dei Colli, pubblicato sul "Journal of Immunotherapy of Cancer" (JITC).

Ecco le parole di Ascierto, pubblicate sul suo profilo facebook, inerenti agli studi di Fase 3 del Coronavirus riguardo un altro farmaco anti-artrite, il sarilumab: "Abbiamo imparato una lezione importante dalla breve esperienza d'uso di sarilumab nel trattamento della polmonite severa da COVID-19: 1) l'anti-interleuchina-6 sottocute può funzionare; 2) funziona meglio nei pazienti non intubati; 3) i livelli basali di interleuchina-6 sono cruciali e necessari nella selezione dei pazienti 4) PCR, NRL ed eosinofili sono biomarcatori utili per il follow-up".

"Anche se gli studi di fase 3 hanno dato risultati negativi, siamo convinti che l'anti-interleuchina-6 possa avere il suo ruolo. Probabilmente i punti fondamentali sono la valutazione sull'interleuchina-6 sierica e il tempo di somministrazione dell’anti-IL-6 - ha aggiunto l'oncologo - Le esperienze di diversi istituti italiani ne dimostrano la chiara efficacia in pazienti con polmoniti severe che vertessero rapidamente in condizioni più serie ma non intubati, con alti livelli basali di interleuchina-6 sierica, PCR, LDH, ferritina".

"Per la maggior parte di loro ci sono stati miglioramenti entro 24-48 ore, come già descritto dai nostri colleghi cinesi. Sarebbe importante ora analizzare le possibili correlazioni tra il livello basale di interleuchina-6 e i risultati degli studi di fase 3. Detto questo, comunque crediamo che solo il vaccino o un buon antivirale possano risolvere il problema. Nel frattempo dobbiamo solo fare attenzione e ridurre al massimo il rischio di ulteriore contagio", ha concluso Paolo Ascierto.