Lo Stretto di Messina protagonista della Rai tra storia e leggenda

Le telecamere della Rai ancora una volta propongono le bellezze del Sud ai propri telespettatori. Venerdì 14 Agosto, alle ore 22:10, Rai Storia (canale 54) con una puntata di "Mare Nostrum", ci condurrà in un meraviglioso viaggio nello Stretto di Messina tra mito, natura, letteratura e storia. Il documentario racconta il braccio di mare che divide, ma al tempo stesso unisce, la Calabria e la Sicilia.

Si parte dal mito Scilla e Cariddi e dalla fondazione da parte dei Greci delle due città dello stretto: Zankle (Messina) e Reghion (Reggio Calabria), per ripercorrere il rapporto che queste due antiche fondazioni hanno avuto con il mare con il passare dei secoli. Protagonisti i periodi di splendore delle due località meridionali, alternati a momenti di crisi, come quelli segnati dai catastrofici terremoti del 1783 e del 1908.

Localmente chiamato "U Strittu", nell'antichità lo Stretto di Messina era noto come "stretto di Scilla e Cariddi" dal nome dei due mostri omonimi di Scilla e Cariddi che secondo le leggende rendevano funesti gli attraversamenti in mare tra Calabria e Sicilia. Successivamente fu noto come "fretuum siculum", mentre in tempi più recenti come "faro di Messina", denominazione geopolitica risalente al regno medievale di Sicilia.

Un'altra leggenda che aleggia sullo Stretto di Messina è il miraggio detto "Fata Morgana": La leggenda racconta che uno dei re conquistatori, al tempo della conquista barbara, arrivò a Reggio e si trovò davanti una splendida isola con al centro una montagna dalla quale uscivano fumo e fuoco. Mentre egli meditava su come raggiungerla, gli apparve improvvisamente una bellissima donna, Fata Morgana, la quale gli disse: "Vedo che guardi quella meravigliosa isola e ne ammiri le distese di aranci e ulivi, i dolci declivi ed il suo magico vulcano. Io posso donartela se la vuoi".

Così, a quel punto, con il caldo di agosto e il mare tranquillo e limpido, avvenne uno strano fenomeno: tutto si vedeva perfettamente, la Sicilia era vicinissima, si potevano osservare gli alberi da frutto, il monte che sputava fuoco e perfino gli uomini intenti a scaricare le merci dalle navi. Il re pensò che fosse talmente vicina da poterla raggiungere subito, per cui si tuffò, ma non appena lo ebbe fatto, annegò mentre la fata sorrideva soddisfatta.

Quella della vicinanza era quindi un'illusione ottica provocata da Morgana, e ancora oggi si può assistere a questo leggendario fenomeno. Nelle giornate particolarmente calde, infatti, la Sicilia sembra vicinissima alla Calabria. La Fata Morgana, quindi, non è altro che un fenomeno ottico che è spesso facile ammirare nello Stretto di Messina, proprio a causa delle condizioni atmosferiche.