Bella 'mbriana, lo spirito buono della casa che diventa una splendida farfalla

Al Sud esistono tantissime leggende antiche legate alle credenze popolari, piene di fascino e di mistero: una di queste è quella che ha come protagonista la Bella 'mrbiana. A Napoli tutti la conoscono e ancora oggi c'è chi ancora crede nella realtà della sua esistenza. Chiunque ha visitato il capoluogo partenopeo e conosciuto i suoi abitanti, probabilmente avrà sentito almeno una volta nominare questa storia che in città si tramanda da secoli.

La leggenda della Bella 'mrbiana

Chi è Bella 'mbriana? Nella credenza popolare napoletana, questa figura mitologica è lo spirito benefico della casa. Il suo nome deriva dalla meridiana, simbolo del calore e del focolare domestico. Questo spirito si dice che compaia nelle ore più luminose del giorno, nella cosiddetta "controra", le prime ore del pomeriggio in estate, dopo mezzogiorno, ossia quelle più calde della giornata.

Di solito non si fa vedere, ma se sceglie di farlo, chi l'ha vista racconta che è una giovane donna bellissima, dal viso dolce e sereno, vestita con un lungo abito bianco, curata e aggraziata. Un mito di origini molto antiche racconta di una principessa che si innamorò di un ragazzo. Questo amore però non era ricambiato, e tutto ciò fece soffrire talmente tanto la ragazza da vagare nell'infelicità senza meta tra i vicoli di Napoli. Ogni tanto si fermava in qualche casa, per poi continuare il suo viaggio. A quel punto suo padre, il re, molto preoccupato iniziò a farla seguire riempendo di doni tutti coloro che la ospitavano nella propria casa.

Se da un lato questa bella donna risultava buona e gentile, dall'altro si dice che bisognava prestare sempre attenzione a non scatenare la sua ira. Bastava soltanto prendersi cura della propria casa, non criticandola mai. La Bella 'mbriana, infatti, si occupava di proteggere la dimora, e per avere tutte le sue cortesie era importante tenerla pulita e completamente in ordine. Tra gli anziani della città, c'è sempre stato molto rispetto per questa leggenda, tanto che preparavano per lei un posto in più a tavola e una sedia vuota se avesse voluto riposare. Se la principessa non avesse trovato un posto, questo gesto avrebbe rappresentato un gesto di cattiva accoglienza, portando a sventure e brutti presagi.

C'è chi racconta che lo spirito della ragazza si intravedesse nelle giornate si sole, nel vento che spostava le tende, o in un'ombra insolita che si fissa sulla parete: se capitasse di vederla, bisogna toccarla. Il tocco umano, secondo alcuni, la trasformerebbe in una meravigliosa farfalla, secondo altri, si reincarnerebbe in un geco per portare fortuna agli abitanti della casa. Per questo motivo i napoletani considerano la piccola lucertola un animale ben accetto, e proprio per il suo legame con la misteriosa principessa non osano mai cacciarlo via.

La Bella 'mbriana, insieme al munaciello e alla janara, è una delle leggende napoletane più famose e più sentite dal popolo. Elemento tipico della cultura partenopea, è citata anche in ambito letterario e musicale. Tra le citazioni letterarie troviamo quelle di Giambattista Basile, letterato napoletano dell'epoca barocca, di Giuseppe Pitrè, nella sua opera "Curiosità popolari tradizionali" del 1890, e di Carlo Tito Dalbono, Giovanni Emanuele Bidera, Gaetano Amalfi e Matilde Serao. Inoltre, il cantautore Pino Daniele ha dedicato alla leggenda un intero album, "Bella 'mbriana", nel 1982.