Pompei, riaffiorano i misteri di una necropoli: dagli scavi un nuovo tratto di strada

Dopo mesi di lockdown dovuti all’emergenza Coronavirus, gli Scavi archeologici di Pompei hanno riaperto le porte ai cittadini martedì 26 maggio. A ridosso della ripartenza del sito archeologico vesuviano amato dai turisti di tutto il mondo è comparso di recente un misterioso graffito che rappresenta un fiore bianco e la scritta “Mummia”.

L’incredibile scoperta è arrivata durante i lavori iniziati negli Scavi per accogliere l’arrivo dei primi visitatori. Il fiore bianco è apparso sullo sfondo nero brillante di una parete: la scritta “Mummia” si riferirebbe ad una bambina con l’ipotesi che il padrone di casa fosse un esponente dei Mummii, famiglia importante di Roma la cui presenza non era mai stata provata a Pompei.

Adesso, a seguito delle diverse opere di scavo in corso nella città antica, è arrivata un'altra scoperta che riguarda una strada emersa nei pressi della necropoli di Porta Stabia. La bella notizia è stata comunicata dal direttore generale del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna, che ha pubblicato sul suo profilo Instagram un'immagine della strada basolata con marciapiede affiorata grazie ai continui lavori negli Scavi: "Dopo l’interruzione per l’emergenza Covid si sono ripresi gli scavi della necropoli di Porta Stabia, che verrà presto riaperta al pubblico. Oggi sta affiorando dai lapilli un altro tratto di strada basolata e il limite del marciapiede!", ha commentato entusiasta del ritrovamento il soprintendente.

Il Parco Archeologico di Pompei ha riaperto il 26 maggio con una prima fase in cui è stato possibile visitare le ampie case che hanno consentito di mantenere il distanziamento sociale. Tante le novità, come quella che riguarda la Domus di Cornelio Rufo circondato da un incantevole giardino da poco restaurato.

Il 9 Giugno è partita invece la seconda fase, che prevede due itinerari dagli ingressi di Porta Marina e Piazza Anfiteatro, organizzati grazie a una tecnologia che monitorerà costantemente i flussi di entrata e di uscita dei visitatori (massimo un numero di quaranta persone a turno) anche attraverso la misurazione della temperatura corporea con il termoscanner che non dovrà essere pari o superiore a 37,5 gradi.