Coronavirus, paziente guarito dona il plasma al Sud: "Così cancello paura e dolore"

Anche se la situazione dell'emergenza Coronavirus si mantiene positiva ormai da più di due settimane, si continuano a cercare terapie valide con cui sconfiggere il virus nel caso in cui dovesse tornare nuovamente all'attacco. Una delle strade vagliate in Italia, prima a Mantova da un medico meridionale, poi in tante parti della Penisola, Sud compreso, è quella del plasma dei pazienti guariti. Quest'ultimo, infatti, immesso nell'organismo di un nuovo malato, migliorerebbe dopo poco le sue condizioni cliniche.

Ecco perché, nell'ottica di questa sperimentazione, è necessario che i malati di Coronavirus, guariti, donino il proprio plasma, che potrà curare qualche nuovo cittadino ammalato. E donare il plasma significa forse anche dare un senso alla malattia, all'incubo in cui ha fatto piombare chi l'ha contratta.

Come Antonio Filograsso, un uomo di 46 anni, dipendente di un bar a Bari, che ha donato con orgoglio i suoi anticorpi neutralizzanti per salvare altre vite. Le sue parole, riportate da La Repubblica, raccontano la sua gioia appena ricevuto l'ok da Padova per la donazione: "Questa cosa, da sola, cancella le due settimane in cui ho vissuto con il Coronavirus, il dolore e la paura. E' bellissimo, lo dico a tutti gli ex ammalati: fatelo".

E lui lo ha fatto subito, senza perdere tempo. E' uno dei ventitré pugliesi che hanno donato il plasma appena guariti. Due sacche prelevate dagli operatori del Policlinico di Bari. Il dottor Ostuni, al vertice del Centro regionale sangue, si è mostrato fiducioso. Ieri, infatti, in Puglia si è avuto un primo riscontro positivo dalla trasfusione di plasma su un malato: "Abbiamo già un riscontro positivo della prima trasfusione fatta su paziente ricoverato a Brindisi. E da metà giugno – ha detto il medico – gli esami sugli anticorpi potranno essere effettuati all'Istituto zooprofilattico di Foggia senza dover mandare a Padova i campioni".