Coronavirus, è del Sud il medico che ha salvato 80 persone con la terapia al plasma

Sono tante le personalità meridionali emerse in questa emergenza Coronavirus. In questi giorni vi abbiamo parlato di Francesca Russo e e Rosario Canino, entrambi protagonisti al Nord del Paese. La prima, a capo della Direzione Prevenzione e Sanità Pubblica della Regione Veneto, siciliana, originaria di Maletto (Catania), è colei che ha guidato il team delle Asl venete coinvolte nell’epidemia del Coronavirus. Il primo obiettivo era stato quello di cercare il paziente zero che avrebbe dato avvio alla diffusione del Covid 19, poi  ha ideato il “modello Veneto”, diventato un riferimento a livello internazionale ed elogiato pubblicamente anche dal Governatore Zaia. Il secondo, invece, è un’altra eccellenza del Sud che ha lavorato sul fronte più duro del Coronavirus, quello lombardo. Il dottor Canino è direttore sanitario dell’ospedale di Cremona, il centro di convergenza della maggior parte dei casi di Codogno, epicentro e origine dell’epidemia italiana.

Ma ovviamente sono tanti altri i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari del Sud che stanno lavorando nelle regioni Settentrionali con ottimi risultati. Un altro è Giuseppe De Donno, medico originario di Maglie (Puglia), alla guida del Reparto di Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova. De Donno ha il merito di aver impiegato il plasma dei guariti dal Coronavirus per trattare più di 80 pazienti con gravi problemi respiratori. Il risultato? Sono sopravvissuti.

Questa teoria sperimentale, partita tra l'altro in tanti ospedali del Sud, è stata messa in pratica proprio da lui, partendo dalla scoperta dei direttori di Immunologia e Medicina Trasfusionale di Pavia e Mantova, i primi ad accorgersi che il sangue dei guariti avrebbe potuto aiutare gli altri ammalati.

Questa terapia ha permesso ai pazienti, con più sintomi, di ritrovarsi in poche ore senza febbre, tosse e difficoltà respiratorie.

Addirittura, nelle scorse ore, De Donno è stato contattato dall'ONU: "Da parte della comunità scientifica internazionale -ha detto De Donno – è stato manifestato grande interesse a conoscere i risultati del nostro studio”.

Anche negli Stati Uniti si guarda con grande attenzione a questa sperimentazione.

Foto: Pagina Facebook Giuseppe De Donno