Coronavirus, paziente francese guarisce al Sud: "Grazie per avermi salvato la vita"

Il lavoro straordinario del personale sanitario meridionale si conferma ancora una volta con una storia di un paziente guarito in una struttura ospedaliera diventata da più di due mesi un Covid Hospital, un reparto che sta vedendo diminuire giorno dopo giorno il numero dei propri ricoverati. L'uomo salvato dalla malattia è un dipendente francese di un'azienda di trasporti internazionale che era risultato positivo al Covid-19 ed era ricoverato da 40 giorni all'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto.

"Grazie di cuore per avermi salvato la vita, ritroverò la mia famiglia. Grazie a tutti voi e grazie per la vostra gentilezza". Queste le parole del paziente francese, che, in lacrime per la commozione e la gioia, ci ha tenuto a salutare medici e infermieri. Da diverse settimane l'uomo era arrivato in condizioni molto critiche al Centro Covid dell'ospedale di Taranto, in preda alla disperazione di non riuscire ad affrontare la malattia. Ma con l'aiuto incessante dei medici e degli operatori sanitari è riuscito a guarire dal Coronavirus. Adesso sta bene e presto potrà ritornare in Francia a riabbracciare la sua famiglia.

Con un comunicato diffuso dall'Asl di Taranto su diverse testate locali, il paziente ha richiesto che i suoi ringraziamenti divenissero pubblici: "Ci tenevo a ringraziare tutto il servizio di Pneumologia dell'ospedale San Giuseppe Moscati, sono delle persone molto professionali che mi hanno salvato la vita cosicché io possa ritrovare mia moglie, i miei figli e i miei nipoti. Sono uomini professionali di gentilezza estrema, oltre che molto competenti. Ricorderò per tutta la vita questo personale qualificato in questo servizio", ha raccontato l'uomo francese dimesso dall'ospedale Moscati.

Il dottor Giancarlo D'Alagni, primario del reparto di Pneumologia, ha cosi risposto alla gioia e ai ringraziamenti del paziente: "Sono lieto delle dimissioni di quest'oggi. Abbiamo ricevuto quotidianamente segnali di affetto da quest'uomo che ogni mattina ci consegnava bigliettini scritti in un italiano incerto, sui quali erano impresse le sue emozioni. Per tutto questo periodo ci siamo umilmente sostituiti alla sua famiglia dandogli conforto e umanità. Ma questo cerchiamo di farlo con ogni ricoverato nei nostri reparti, dando speranza, incoraggiamento, strette di mano e auguri di guarigione".

Il dottor Massimo Soloperto, pneumologo del Moscati, ha avuto un ruolo importantissimo nel percorso di cura del paziente francese: "Quando il paziente pian piano ha cominciato a migliorare e ad avere fiducia in se stesso: questo è stato il momento più esaltante e gratificante per me come medico e come uomo. La condizione di questa malattia è estremamente debilitante, toglie l'energia, svuota completamente, dà una debolezza estrema, un'astenia profonda che arriva sino all'anima. Poi pian piano senti tornare le forze, torna il respiro e, non appena ci si può mettere in contatto con i propri cari, questo è, anche per noi, uno dei momenti più belli".