Zafferano: le proprietà della pianta diffusa al Sud

Il nome scientifico è "Crocus sativus" ed è una pianta che cresce anche nei paesi che affacciano sul Mediterraneo.

Nel Mezzogiorno d'Italia si coltiva soprattutto in Sicilia, Sardegna ed Abruzzo. In quest'ultima regione, esiste una variante che è esclusiva della provincia dell'Aquila, per la precisione della zona di Navelli. Lo zafferano d'Aquila è prodotto a denominazione d'origine protetta.

La spezia si ottiene dal fiore del "Crocus". La pianta è un'erbacea perenne che può arrivare a 30 cm di altezza. La radice è un bulbo-tubero sferico mentre le foglie ricordano fili d'erba di colore grigio-verde. Invece, i fiori sono violacei, a forma di imbuto. I suoi stigmi racchiudono 150 sostanze aromatiche volatili ed è ricco di carotenoidi, vitamina A, B1 e B2.

Contiene safranale che ha effettivi positivi sull'attività celebrale e, infatti, è adoperato per curare i disturbi dell'umore. La polvere è ricca di antiossidanti. In generale, aiuta la digestione e ha un azione calmante, analgesica e antispasmodica. In cucina si utilizza dagli antipasti ai dolci, ma da il meglio se abbinato alle carni in umido, ai crostacei, ai frutti di mare e al riso. Va aggiunto a fine cottura. Infine, una curiosità sul nome. "Crocus" deriva dal greco "Kroke" e cioè "filamento" in riferimento agli stigmi che caratterizzano la corolla. In passato, era diffusa l'idea che fosse un potente afrodisiaco, pure in base a quanto raccontato nel mito di Croco e Smilace.