Milioni di italiani mangiano sushi almeno una volta al mese. Nel corso degli anni, sono stati avanzati numerosi dubbi sulla qualità di questo cibo, in particolare quando è venduto a basso prezzo. Uno scienziato lo ha analizzato al microscopio: ecco cosa c'è all'interno del riso, dell'avocato e del salmone.
Basta guardarsi attorno nelle principali città italiane: il numero di ristoranti che servono sushi è aumentato sensibilmente rispetto a cinque anni fa. Come noto, gli italiani sono probabilmente il popolo più geloso della propria cucina e quelli che protestano di più quando i loro piatti tipici vengono 'rivisitati' da altri paesi. Nonostante ciò, se gli imprenditori investono nel sushi, è perché la domanda è in crescita. La cattiva notizia è che molti dei 'roll' che mangiamo in Italia in Giappone non esistono, o comunque non fanno parte della tradizione nipponica.
Un esempio su tutti è l'anguilla: in Giappone è utilizzatissima per i piatti di pesce crudo, mentre in Italia è poco richiesta e, per questo, quasi introvabile nei ristoranti in questione. Se quelli à la carte hanno ricevuto poche critiche nel corso degli anni, a finire al centro di numerose accuse sono quelli all you can eat. Con circa 30 euro a persona (a cena), si può mangiare sushi illimitato (molti, però, mettono dei limiti al sashimi e ad alcuni uramaki speciali). Questa modalità piace a molte persone (mangiare tanto sapendo quanto si spende è una situazione win-win) e fa storcere il naso ad altrettante.
Il sushi visto al microscopio
Secondo tantissimi italiani, infatti, il pesce utilizzato dai ristoranti all you can eat è di bassa qualità. Al contempo, però, i casi di persone che hanno riscontrato gravi problemi di salute dopo aver mangiato in questi locali è bassissima (considerando quanto ne viene consumato ogni sera). Quindi dove sta la verità? Forse sta nel mezzo: i ristoranti che propongono menù all you can eat mettono in pratica alcuni trucchetti: aumentare il riso, aggiungere un po' di sale in più e usare i tagli meno pregiati (ma non per questo scadenti) di tonno e salmone. Uno scienzato francese ha messo sotto la lente del microscopio un uramaki contenente riso, avocado e salmone. Ecco cosa c'è al suo interno:
@microscope2707 Tu continueras à en manger ? 😳 #microscope
♬ Spooky, quiet, scary atmosphere piano songs - Skittlegirl Sound
Ci sono diversi interrogativi da porsi in questo caso. Il primo è: quanto è 'vecchio' quel roll? Probabile che sia stato acquistato in loco e portato in laboratorio, oppure ordinato a domicilio: in entrambi i casi sono passati diversi minuti dalla sua preparazione ed è iniziata la decomposizione. Il secondo è: si vedono dei batteri muoversi, ma siamo certi che siano dannosi per l'organismo? Il terzo è: se iniziassimo a guardare al microscopio ogni singolo pezzo di cibo che ingeriamo nella nostra vita, continueremmo a mangiare o ci verrebbe il disgusto per qualsiasi cosa? La stragrande maggioranza dei commenti al video ripete lo stesso concetto: "Lo mangerò comunque". Nessuno costringe altre persone a consumare sushi: nel mondo esiste il libero arbitrio e chi decide di escluderlo dalla propria dieta va rispettato come chi va al ristorante giapponese anche due volte a settimana.