Stati Uniti, genitori portano i figli in una scuola super esclusiva del Texas: la direttrice li costringe a...

Stati Uniti, dei genitori si sono ribellati a un'assurda regola della scuola alla quale hanno iscritto i loro figli: tutta colpa di una direttrice decisamente particolare

Ci spostiamo negli Stati Uniti, in una scuola superiore di Houston, in Texas dove stanno nascendo polemiche per via di un regolamento troppo rigido sull'abbigliamento non solo degli studenti, ma anche dei loro genitori. Sebbene i bambini trascorrano più tempo in classe con amici e insegnanti che con i loro parenti, è innegabile che l'apprendimento prosegua anche a casa.

I più piccoli imparano a comportarsi imitando gli adulti, motivo per cui la preside Carlotta Outley Brown ha deciso di introdurre un codice di abbigliamento anche per i genitori degli studenti della James Madison High School. La donna desidera che i congiunti diano il buon esempio a tutti i ragazzi della scuola. Pertanto, ha inviato un promemoria che elenca gli abiti "proibiti" all'interno dell'istituto, sia per i giovani che per i meno giovani in visita. Tra gli articoli vietati ci sono pigiami, pantofole e scarpe come gli Ugg o le infradito, biancheria intima visibile, bigodini, cuffie da piscina, cuffie da doccia e cappelli di materiale scadente.

Stati Uniti, genitori costretti a una rigida regola in una scuola del Texas si ribellano: ecco perché

Il codice di abbigliamento proibisce anche leggings, jeans eccessivamente strappati, pantaloncini molto corti, pantaloni troppo abbassati, abiti succinti, top trasparenti e camicie molto larghe o lunghe. Mentre alcuni genitori concordano con alcune parti del codice di abbigliamento, tanti altri si sono offesi soprattutto per i bigodini e le cuffie. Certi congiunti hanno addirittura definito il linguaggio usato come "discriminatorio" nei confronti di chi non ha la possibilità di acquistare 'cappelli meno scadenti'.

Tomiko Miller, genitore di uno studente della scuola, ha dichiarato al giornale Houston Chronicle: "Mi ritengo quasi offeso. Penso che il linguaggio usato sia stato davvero discriminatorio. È stato umiliante. E io sono afroamericano - se fuori piove e indosso una cuffia per i capelli, non capisco perché sia un problema per qualcun altro". Anche i codici relativi ai capelli delle donne sono sembrati denigratori, classisti e offensivi. In effetti, forse, questa preside si può permettersi di andare dal parrucchiere ogni settimana e fare tutte le sue cose, perciò non capisce il disagio che ha creato.

Ad ogni modo, quando il giornale che ha raccolto la precedente dichiarazione ha provato a contattare la scuola non ha ricevuto alcuna risposta. Da quel che è noto, sembra che il regolamento sia stato attuato subito dopo che una mamma è stata allontanata dalla scuola perché si era presentato con il velo per iscrivere la figlia. È una totale assurdità. Non pensate anche voi che bisognerebbe mettere un freno a gesti simili?

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