Napoli - operaio sciolto nell'acido, uno sbaglio clamoroso: la verità spunta solo adesso

Era il 30 luglio del 2000 e Giulio Ciaccio moriva per mano della camorra a Napoli: ucciso e poi sciolto nell'acido per errore. 

La cronaca nera oggi fa luce su uno degli omicidi più agghiaccianti dell'inizio degli anni 2000. Ciaccio era un operaio di soli 26 anni che con la criminalità organizzata non aveva mai avuto rapporti. Una tesi, quella dell'errore, che i suoi familiari hanno sostenuto per anni e che oggi vede finalmente la luce. Sono trascorsi ormai 22 anni da quel momento ma solo oggi la giustizia ha fatto il suo corso.

Risultano infatti condannati due esponenti del clan Polverino che avrebbero commesso il fatto. C'è però una verità ancora più amara che vede protagonista proprio la vittima. Giulio Ciaccio era stato scambiato per un certo Salvatore. Morto dunque ingiustamente gli è toccata una fine orribile che ancora oggi risulta agghiacciante. Ecco cos'è successo davvero quel famoso 30 luglio del 2000 e perché la criminalità organizzata ha deciso di condannare il giovane operaio.

La verità sulla morte dell'operaio napoletano: ucciso per sbaglio

Nell'estate del 2000 Giaccio si trovava a Napoli quando venne prelevato da due uomini vestiti da poliziotti che l'hanno interrogato. L'obiettivo del clan era quello di scovare un certo Salvatore, amante della sorella di uno di loro e non proprio ben voluto in famiglia. Ciaccio finì per essere scambiato per l'obiettivo finale e purtroppo venne ucciso.

Con un colpo d'arma alla testa gli fu tolta la vita per poi essere sciolto nell'acido. Le tracce del corpo sparirono e come se non bastasse tutte le testimonianze sul caso dimostrarono che Giulio non aveva mai avuto rapporti con la criminalità organizzata. Oggi a distanza di più di vent'anni la verità è spuntata con la condanna dei due assassini. Giulio Giaccio non ha mai avuto rapporti con la camorra ed è stato scambiato per un'altra persona.

Le indagini della DDA di Napoli hanno dunque validato l'arresto per i due esponenti del clan che in questo momento si trovano in carcere. Non è la prima volta che gli scambi di persona sono causa di omicidi ingiusti e vittime innocenti. Al momento non sono giunte dichiarazioni da parte della famiglia di Giaccio che da anni attende questa sentenza.

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