Reddito di Cittadinanza, cosa cambia dopo la manovra: novità per chi paga l'affitto

La manovra 2023 ha introdotto diverse novità che dovrebbero partire dal 1 gennaio: ecco come cambia il Reddito di Cittadinanza per tutti coloro che pagano l'affitto. 

Il nuovo governo si è insediato poche settimane fa ed è già all'opera per una manovra che vede protagonisti i cambiamenti. In una vera e propria corsa contro il tempo il governo Meloni ha messo a punto una manovra che riguarda anche uno dei temi più scottanti degli ultimi anni. Al centro del dibattito ci è finito di nuovo il Reddito di Cittadinanza, sussidio di cui molti cittadini usufruiscono in attesa di essere rintrodotti nel mondo del lavoro.

Già da qualche giorno si vocifera sui possibili cambiamenti che vedono l'introduzione di corsi di formazione per gli aspiranti lavoratori, due rifiuti massimi per ciascun cittadino sulle proposte di lavoro in arrivo e un tempo limitato di 6 mesi per la percezione del sussidio. I cambiamenti ci sono ma è di oggi la notizia che alcune modifiche saranno introdotte anche per chi paga l'affitto e percepisce il sussidio. Scopriamo tutte le novità in arrivo nel 2023.

Reddito di Cittadinanza per chi è in affitto: come funzionerà il pagamento

Fino a questo momento i percettori del Reddito di Cittadinanza che pagavano l'affitto vedevano un aumento del sussidio di circa 280 euro o più ogni mese per far fronte alle spese. La novità in questo caso è che la somma destinata al pagamento dell'affitto sarà, a quanto pare, consegnata direttamente al proprietario dell'immobile.

Non sarà più il cittadino a gestire questa parte di denaro ma direttamente il proprietario che vedrà arrivare il pagamento dell'affitto direttamente sul suo conto. Certo è che rientrano nella nuova norma tutti i cittadini in affitto con regolari contratti. Chiunque percepisce il Reddito di Cittadinanza dovrà dunque comunicare all'INPS i dati e il nome del proprio proprietario che vedrà ogni mese nelle sue tasche il denaro in aiuto all'affitto.

Le somme come negli scorsi anni possono variare in base al reddito dei cittadini che richiedono il sussidio, alla posizione lavorativa e al nucleo familiare di ciascuno. Certo è che le novità non finiranno qui, l'obiettivo del governo è infatti quello di migliorare la gestione del sussidio e a quanto pare non quello di eliminarlo completamente.

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