Terence Hill e il terribile ricordo d'infanzia: "Rinchiuso per giorni"

Non amare Terence Hill è praticamente impossibile. Che si amino le scazzottate da bar, i film western,  o le fiction, l’attore italo-americano è infatti di sicuro la persona su cui puntare. Dietro la sua grande carriera, però, c’ è stata anche tanta paura e sofferenza. Scopriamo perché

Il buon Mario Girotti, in arte Terence Hill, in molti credono che sia nato negli Stati Uniti. In verità, invece, nasce il 29 marzo del 39 nella splendida Venezia. Sua madre, Hildegard Thieme, è originaria della capitale della Land di Sassonia, Dresda. Suo padre, invece, era un noto chimico della “Schering”, originario della provincia di Terni. Proprio a causa dell’impiego del papà, durante il terribile 1943 deve trasferirsi nella cittadina dei nonni materni, Lommatzsch, e rimanerci fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale. Mario, dunque, era solo un piccolo bambino durante le atrocità di quella guerra. Di quel periodo, però, ha ancora dei terribili ricordi ed ha raccontato in un'intervista quei drammatici momenti.

È ancora aperto il dibattito per definire se i bombardamenti aerei degli “Alleati” sulla Germania nazista non siano stati, anch’essi, dei crimini di guerra. Quel che è certo, però, è che la quantità di bombe che sono state sganciate sulla popolazione civile in quel periodo supera davvero qualsiasi aspettativa. Il secondo conflitto mondiale, si sa, ha coinvolto la popolazione civile molto più di qualsiasi altra guerra contemporanea e fra le vittime di quelle terribili atrocità c’erano anche il piccolo Mario e sua madre. Terence, oltretutto, ha ancora vividi ricordi dell’accaduto.

Ecco quali sono stati i terribili momenti che ha vissuto da bambino

Come detto, il padre era un chimico che per lavoro dovette trasferirsi in Germania. Per una intera settimana di bombardamenti, però, il povero Girolamo Girotti scomparve senza dare più alcuna traccia di se e i suoi familiari pensarono subito al peggio. Il piccolo Mario e sua madre sono rimasti per giorni interi chiusi in cantina a tremare per i bombardamenti, terrorizzati dal rossore del cielo di Dresda. Fortunatamente, però, un giorno suo fratello maggiore e sua madre decisero di cercare papà Girolamo finché non l’avesse trovato. Dopo tempo e difficili ricerche, miracolosamente riescono a rintracciarlo in un boschetto in cui aveva trovato rifugio. Impossibile, ovviamente, descrivere la gioia dei familiari. Basti soltanto ricordare che, dopo essersi ricongiunti, sono tornati in Italia ed hanno condotto una vita molto felice.

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