Napoli, le offrono 280 euro al mese per 10 di lavoro ore al giorno. La sua reazione è da applausi

Arrivano da ogni dove invettive e accuse alle più diverse misure di sussidio economico da parte dello Stato. Molto meno sono, invece, quelle dirette ai datori di lavoro che offrono paghe da fame. Ecco cosa è successo recentemente

Da destra e da sinistra arrivano polemiche sulle varie misure di sussidio economico messe in atto dallo Stato. Reddito di cittadinanza in primis, bonus sugli stipendi e vari una tantum, sono sempre visti con sospetto da gran parte della classe dirigente. Molto raramente, invece, si sente qualcuno scagliarsi contro i datori di lavoro che propongono ai propri lavoratori stipendi da fame ed orari lavorativi terribili. Molto recentemente, infatti, ne abbiamo scovata una, in mezzo a tante, che ha davvero dello sconcertante.

Napoli è una città che è attanagliata dal problema della disoccupazione in modo quasi sistemico. Le scarsissime offerte di lavoro, infatti, fanno il paio con paghe da fame ed orari di lavoro inauditi. Molto difficile, allora, sbarcare il lunario in queste condizioni e quelli che ne pagano le maggiori conseguenze sono, come al solito, i più giovani. Quest’ultimi, infatti, vengono accusati di essere dei pigroni o preferire il reddito di cittadinanza al duro lavoro. Quello che invece emerge dai dati, è che i datori di lavoro, per la maggior parte, cercano di spremere i propri dipendenti fino all’osso.

Ecco la scioccante offerta di lavoro, declinata ovviamente, da una giovane partenopea

Francesca Sebastiani è una ragazza napoletana che, come moltissimi suoi coetanei e conterranei, cerca da tempo un posto di lavoro decente che le permetta di vivere in modo decoroso. La Sebastiani, alle prese con la sua consueta ricerca, si è imbattuta in un offerta davvero irricevibile. A Secondigliano, infatti, cercavano una commessa a condizioni paragonabili agilmente allo schiavismo. Ha quindi commentato la vicenda rispondendo per le rime tramite la condivisione del fatto sui social.

L’offerta contemplava un orario di lavoro dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15/15.30 alle 20.30/21, dal lunedì al venerdì. Lo stipendio, poi, non avrebbe superato le 280 euro al mese. In sostanza la ragazza avrebbe dovuto lavorare 6 giorni a settimana, 10 ore al giorno, per 70 euro a settimana. Non temiamo di essere smentiti, allora, nell’affermare che nella Germania di fine 800 ci fossero condizioni lavorative migliori. Non ci rimane, a questo punto, che sperare che la brava Francesca trovi presto un buon lavoro e che le forze dell’ordine facciano chiarezza sulla faccenda. Pagare 280 per quelle ore, infatti, è chiaramente fuori legge e ci chiediamo, neanche troppo, perché chi di dovere non abbia ancora preso i giusti provvedimenti. 

Anche se è vero che molte offerte sono al limite, se non oltre, la dignitosità per fortuna esistono anche aziende virtuose. Noi di Eccellenze meridionali siamo alla ricerca di nuovi redattori ed offriamo alle persone che dimostrino capacità e buona volontà condizioni lavorative più che soddisfacenti. Ci rivolgiamo, quindi, alla ragazza vittima di questa triste vicenda e a tutti colori i quali vivano la sua drammatica situazione: Volte lavorare con noi? Inviate un e-mail a: info@ev-a.it

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