Diego Abatantuono rompe il silenzio su Checco Zalone: "Vi dico io chi è davvero"

Diego Abatantuono in un'intervista a La Repubblica ha parlato di moltissime cose che riguardano la sua carriera e la sua vita privata. Il suo racconto è andato dai suoi esordi alla collaborazione con Checco Zalone fino al suo libro dal titolo "Si potrebbe andare tutti al mio funerale". Il celebre attore iconico, ha descritto perfettamente un momento in cui l'Italia e gli artisti si concedevano molti lussi arrendendosi a molti visti, come l'uso di sostanze stupefacenti.

Diego Abatantuono, premiato per ben 3 volte con il Nastro D'Argento (per i film Regalo di Natale, Puerto Escondido, Io non ho paura), 2 Ciack d'Oro (per il film Premio Oscar Mediterraneo e Io non ho paura) e un David di Donatello alla carriera ha origini meridionali, suo padre Matteo era originario di Vieste in Puglia ed è andato al nord per cercare di migliorare la sua situazione ed a tal proposito, l'attore ricorda bene cosa significava essere del Sud ma vivere in una città del Nord "A quei tempi non c'era razzismo, c'era posto per tutti. Dire terrone non era un insulto, c'era voglia di capire la gente che arrivava dal sud. Qualcuno deve comandare ed essendo a Milano tutti terroni non vedo chi altri potrebbe farlo. Il nord è stato reso grande dai meridionali, non esisterebbero Torino e Milano se non fosse per loro."

Comincia l'intervista il grande Diego Abatantuono ricordando i suoi esordi a Milano e la scena dello star sistem di quei tempi: "Pippavamo coca quasi tutti a Milano ma io non ho mai assunto eroina, al Giambellino avevo visto morire troppa gente. Ho fatto in modo di fermarmi in anticipo, mai sull'orlo del baratro, ho sempre conosciuto me stesso e i miei limiti. Per un momento fu di moda il popper, una fialetta che credo servisse per rianimare le persone e a noi provocava un riso irrefrenabile. Ricordo una notte in diciotto dentro lo stanzino delle luci, uno sull'altro, incapaci di fermare le risate. Sono cose che puoi fare poche volte e lo stesso accadde con la cocaina. Fu una fase di passaggio che mi aiutò a distinguere."
Poi descrive i suoi personaggi come estremamente attuali, non a caso ci tiene a sottolineare come il suo personaggio di Eccezziunale veramente sia molto simile a quello del film di Checco Zalone Tolo Tolo: "Il personaggio di Eccezzziunale veramente è perfettamente attuale, parla dei migranti africani di oggi, parla dei leghisti, parla di chi è talmente ansioso di integrarsi che diventa razzista verso i simili. Un personaggio che funzionava. Ma mentre Zalone, formidabile, ha saputo amministrare i suoi film, a me ne fecero fare 12 in due anni. E poi ci fu il tradimento, le tasse non pagate, i soldi rubati. Una cosa violenta che mi ha sderenato. Il personaggio non l'ho fatto più"
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