Eduardo Scarpetta si confessa: "La mia famiglia non voleva che facessi l'attore"

Eduardo Scarpetta, figlio di Mario Scarpetta e pronipote del famosissimo Eduardo Scarpetta, è arrivato alla ribalta attraverso il piccolo schermo, interpretando diversi personaggi che lo hanno fatto amare dal pubblico. Sembra che nessuno della sua famiglia, nonostante siano tutti artisti, fosse compiaciuto della sua scelta di diventare un attore avrebbero voluto che diventasse il calciatore.

In un'intervista al 'Corriere della Sera', Eduardo Scarpetta si confessa, ricordando i primi tempi in cui lavorava al teatro con suo padre, per poi passare alla recitazione sul piccolo schermo prima nella fiction 'Capri', poi ne 'L'amica Geniale', e infine nel ruolo di Renato Carosone in 'Carosello Carosone'. Passa poi al grande schermo nel film di Mario Martone 'Qui rido io' che racconta appunto la storia del suo celeberrimo antenato, Eduardo Scarpetta.

Della sua primissima esperienza al teatro con suo padre racconta: "Il mio debutto avviene a nove anni accanto a loro (nella compagnia di sua madre e suo padre), nella commedia Feliciello e Feliciella, ovviamente di Eduardo Scarpetta. Al termine delle repliche, papà mi pagò con una banconota da 100 euro: è stampata nella mia memoria, bella, grande, di colore verde...ero illuminato della sua luce."

Suo padre aveva altri progetti per lui, un sogno, quello che suo figlio diventasse calciatore: "Mio padre voleva fare di me un calciatore. Tra gli otto e i dieci anni mi allenavo e lui mi accompagnava sempre al campo di calcio, mi dava consigli, indicazioni, istruzioni, si metteva a porta e parava i miei tiri. A quindici anni, quando lui purtroppo non c'era più, mi iscrivo a una scuola di calcio, ma proprio lì accade che, facendo una mossa sbagliata sento un crack alla schiena: mi è venuta la scoliosi. Basta, archiviato il sogno del calciatore."

Quando è stato chiesto al giovane talentuoso se fosse pesante l'eredità di un cognome tanto illustre ha risposto: "Devi dimostrare molto di più, proprio perché hai un'etichetta addosso. Devi essere all'altezza del compito con umiltà, lavorare onestamente e onorare i tuoi predecessori. La vera fortuna è di essere impegnato in un mestiere che mi piace."