La prima Medaglia d'Oro storica per l'atletica italiana: Marcell Jacobs il fenomeno che ama il Sud!

Riscrive la storia dell'Atletica Leggera in meno di 10 minuti, diventando fenomeno ed eroe per l'intero paese: Marcell Jacobs vince i 100 metri con il tempo record europeo di 9''80, battendo l'americano Fred Kerley (9''84) e il canadese Andre De Grasse (9''89) e portando un' altra Medaglia d'Oro all'Italia in una disciplina in cui non si era mai vista e, forse, nemmeno sperata.

Un sogno che si realizza per Marcell Jacobs, l'atleta che compie il miracolo dell'atletica con lo spirito di un guerriero che non si ferma mai e che si lascia ispirare dai propri compagni di squadra per regalare una festa a tutti. Nella dichiarazione immediatamente successiva alla gara Jacobs parla di quanto la vittoria del compagno Gianmarco Tamberi (Medaglia d'Oro nel Salto in lungo) lo abbia spinto a dare il massimo: "Mi stavo preparando e quando ho visto Gianmarco vincere l'oro mi sono caricato tantissimo. Mi ha davvero gasato per la mia gara."

Quello che pochi sanno riguarda l'infanzia di Jacobs e il suo amore per una terra del Sud, Rosarno in Calabria: è qui ha avuto le prime esperienze con la corsa in modo del tutto giocoso, con suo padre putativo l'avvocato Domenico Secolo ( calabrese di origine che si è traferito dopo gli studi a Desenzano del Garda, ex compagno della madre di Marcell Jacobs, Viviana Masini). L'avvocato racconta come fin da ragazzo il campione olimpionico sia sempre stato appassionato di sport.

Così Domenico Secolo racconta la storia di Marcell: "Purtroppo nel 2013 il rapporto con Viviana Masini si è interrotto, ma Marcell, Nicolò e Jacopo sono rimasti con me. Marcell ha continuato a fare sport divenendo campione italiana di salto in lungo con 8,48 metri, disciplina poi lasciata per dedicarsi alla velocità. Mi dispiace che la madre abbia dichiarato di averlo allevato da sola con tanti sacrifici, mentre posso affermare, senza temere di essere smentito, che Marcell ha avuto una fanciullezza e un'adolescenza tranquilla e normale, grazie all'educazione impartitagli da un padre calabrese, quale io sono."