Ponte sullo Stretto di Messina: "Il progetto è sicuro, rispetta tutti i criteri antisismici"

Il progetto di un eventuale Ponte sullo Stretto è a prova di terremoto. La conferma sulla sicurezza dei criteri antisismici è arrivata da uno studio condotto da Stretto di Messina ed Eurolink, consorzio che fa capo al gruppo Webuild, società operante nel settore delle costruzioni e dell'ingegneria che ha acquistato il progetto di realizzazione della grande opera che potrebbe presto rilanciare il Sud Italia.

Secondo lo studio che fa luce sul problema della sicurezza, in caso di terremoti, visti i frequenti eventi sismici a cui è soggetta l'area dello Stretto, il ponte reggerebbe. A collaborare nelle analisi le Università di Catania, Roma, Bergamo (laboratori Ismgeo) e Napoli. I ricercatori, come riporta il quotidiano Strettoweb, hanno effettuato oltre 200 sondaggi sul terreno e 11.642 chilometri di perforazioni nei luoghi in cui si dovrebbe prendere vita struttura. Gli studi sono stati coordinati dal professore Fabio Lentini, già ordinario di Geologia all'Università di Catania, e dalla professoressa Francesca Bozzano, ordinario di Geologia applicata alla Sapienza di Roma.

Le analisi sono state condotte su un'area di sottosuolo profonda dai 25 ai 100 metri: sono stati prelevati dei campioni di terreno per effettuare i rilievi sismici e geotecnici, prove eseguite anche in superficie nelle zone in cui dovrebbero sorgere le torri alte 400 metri. Per analizzare i terreni, è stata utilizzata per la prima volta la tecnica del congelamento attraverso l'azoto liquido. Tutte le indagini effettuate sono state sottoposte a un Comitato tecnico, che ha confermato il rispetto di tutti i requisiti di sicurezza antisismici.

Un'altra buona notizia che riguarda la realizzazione del Ponte sullo Stretto, dunque, oltre ai suoi vantaggi che potrebbero arrivare in ambito economico. Solo nella fase di costruzione le entrate erariali per lo Stato sarebbero di 8 miliardi di euro, mentre se si prende in considerazione il periodo relativo ai 30 anni di gestione da parte del Consorzio, le entrate complessive raggiungerebbero i 107 miliardi di euro. Sottraendo gli sconti fiscali iniziali di 5,3 miliardi, nelle casse dello Stato entrerebbero oltre 101 miliardi in 30 anni. Senza contare, come annunciato di recente dall'amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, che l'opera darebbe lavoro a oltre 100 mila persone.