Un teatro del Sud compie ben 203 anni: fu fondato nel 1818

Il Decurionato, il gruppo di persone che si occupava dell'amministrazione comunale nel Tardo Medioevo, decide che il Vecchio Teatro di Chieti doveva essere sostituito da un'altra struttura, più grande e maestosa. Nel 1913 cominciarono i lavori a cura dell'Architetto Eugenio Michitelli e prevedevano la realizzazione del Teatro Marrucino sul suolo della, già sconsacrata, Chiesa di Sant'Ignazio.

Nel Gennaio del 1818, a lavori ultimati, la cerimonia di apertura della stagione teatrale ospitò "La Cenerentola" di Gioacchino Rossini. In principio il Teatro portava il nome di "San Ferdinando" in onore di Ferdinando I delle Due Sicilie, ebbe il nome attuale, Teatro Marrucino, nel 1861 dopo l'Unità d'Italia, dedicato alla popolazione originaria dell' allora Teate Marrocinorum in epoca pre - romanica, i Marrucini. 

La fama del Teatro aumenta nel corso degli anni, infatti solo 10 anni dopo ne viene ri-commissionata la ristrutturazione all'ingegnere Luigi Daretti. I lavori miravano ad eguagliare quelli che erano gli standard dei grandi centri culturali europei, concentrando gli interventi sulla costruzione di nuovi palchi e una scala d'ingresso autonoma che la collegasse direttamente alla balconata.

Nel 1874 invece, venne commissionato un re-styling iconografico dell'intero teatro, portato a termine dal Professor Luigi Samoggia. Il soffitto venne decorato con un rosone ligneo diviso in 8 settori ornata da una ghirlanda di fiori; ogni settore è occupato da una figura femminile che rappresentano le allegorie dell'arte musicale e teatrale. Il rosone è anche munito di medaglioni che ritraggono più grandi autori teatrali come Shakespeare, Goldoni e Goethe.

Nel 1875 venne realizzato da Giovanni Ponticelli, un sipario, un'opera pittorica intitolata "Il trionfo sui Dalmati Partini di Asinio Pollione" che ritrae uno dei personaggi più illustri della storia della città di Chieti. Nel corso degli anni, il teatro ha ospitato moltissimi rappresentazioni e moltissime personalità illustri come Eleonora Duse, Emma e Irma Gramatica, Cesco Baseggio e Nanda Primavera. Nel 1904 ebbe l'onore di rappresentare per la prima volta, l'opera di Gabriele D'Annunzio "La figlia di Iorio", lo scrittore donò al teatro il copione originale dell'opera.