Archeologia, recuperata dal mare un'anfora del IV secolo a.C.

Il 2020 conferma ancora una volta di essere un anno davvero molto interessante dal punto di vista delle scoperte archeologiche al Sud. Un ennesimo ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi nei fondali di Porticello, a Palermo: si tratta di un'anfora "a siluro" databile alla seconda metà del IV secolo a.C., recuperata a seguito di un'operazione coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana con il responsabile del gruppo subacqueo Stefano Vinciguerra, la Capitaneria di Porto di Porticello, la Guardia di Finanza con il maresciallo nucleo sommozzatori, Riccardo Nobile.

L'operazione di recupero si è resa necessaria a seguito delle consuete operazioni di tutela e monitoraggio svolte dai collaboratori esterni di Sicilia Archeologica guidati da Gaetano Lino, nel corso delle quali è stato evidenziato un tentativo di trafugamento. L'eccezionale e prezioso reperto ritrovato sui fondali siciliani, nel palermitano, dopo le necessarie operazioni di ripulitura, verrà esposto al Museo della navigazione all'Arsenale.

"La solerte collaborazione dei volontari e lo scrupoloso controllo della SopMare sul patrimonio sommerso, hanno permesso di assicurare, ancora una volta, un prezioso reperto archeologico al patrimonio della Regione. L'importante operazione di recupero - dichiara l'assessore dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà - è frutto di quella collaborazione costante tra le istituzioni e i cittadini. E' a tutti loro che va il ringraziamento del Governo Regionale per la costante vigilanza e attenzione, grazie alla quale si è in grado di garantire e recuperare preziose testimonianze del passato".

L'intervento, che si è svolto tra venerdì 17 e sabato 18 dicembre, ha visto impegnata in prima linea la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni. Importante la collaborazione dei volontari del BC Sicilia. La Secca della Formica a Porticello custodisce un sito importante dove si trova un relitto che, nel tempo, è stato oggetto di atti di depredazione tanto da sollecitare, da parte della Sopmare la richiesta alla Capitaneria di Porto, di emettere l'ordinanza di interdizione dell'area.