La creatività dei meridionali non finisce mai di stupire, anche in tempi di pandemia. Quest'anno sarà senza dubbio un Natale completamente diverso dagli altri, ma a sdrammatizzare il periodo difficile ci pensano i napoletani con la "Covidombola", una tombola nella quale a ogni numero corrisponde una frase legata all'emergenza Coronavirus, ovviamente come da tradizione tutta in dialetto.
A realizzare il gioco gli studenti della III A della scuola media Fiorelli di Napoli, guidati nel progetto da Paola Spennati, insegnante di Storia. I ragazzi, assieme ai genitori e agli insegnanti, si divertiranno online con la nuova tombola durante le feste natalizie. Il tabellone è diviso in sei cartelle come quello originale, ma in questo caso è colorato in giallo, arancione e verde. Nelle caselle tutte le espressioni e le nuove situazioni con cui si trovano a convivere i ragazzi in questo periodo difficile di emergenza.
Al numero 1 troviamo il virus, seguito dagli igienizzanti per le mani (numero 6: "Amuchina pe tutte parti", l'amuchina dappertutto, in dialetto napoletano), i tamponi, compreso quello sospeso e il test rapido, il pipistrello di Whuan (32), i guanti monouso (20), il paziente 0, i droplet che diventano 'o sputo (numero 72), l'immunità di gregge (numero 88) e il focolaio.
Protagonisti della "Covidombola" anche i personaggi della politica e i provvedimenti governativi e regionali: il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è "il governatore sceriffo" al numero 2, il presidente Conte al numero 10, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris al numero 88. Non potevano mancare, tra i numeri del tabellone, anche il Dpcm e l'ordinanza regionale.
"E' stato un progetto che ha coinvolto i ragazzi - spiega al quotidiano Il Mattino la professoressa Paola Spennati - che è servito per vivacizzare un poco le lezioni tristi, l'abbiamo fatto per tenere i ragazzi più vivi. I ragazzi hanno inviato termini ed espressioni sulla Classroom. Con l'aiuto di uno di loro, particolarmente bravo con il computer, è nato il cartellone.
Ognuno ora ha il compito di stamparla e conservarla, in attesa di giocare tutti insieme. Penso a iniziative come questa per non annoiarci, per tenere i ragazzi attenti e renderli partecipi. La Dad poteva funzionare benissimo nella scuola del passato, quando tra i banchi si imparavano solo nozioni. Quella degli ultimi tempi è una scuola sempre aperta, piena di contenuti, progetti, non è solo lezioni".