Coronavirus, l'idrossiclorochina riduce la mortalità: lo studio meridionale

In questi ultimi mesi il mondo scientifico è impegnato senza sosta nella ricerca di una cura e di un vaccino per porre fine alla diffusione della pandemia da Covid-19. Un ampio studio diretto da un istituto meridionale ha dimostrato che l'idrossiclorochina, farmaco utilizzato nella terapia della malaria, dell'artrite reumatoide e del lupus eritematoso sistemico, è in grado di ridurre la mortalità intraospedaliera da Coronavirus.

La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale "European Journal of Internal Medicine", è stata coordinata dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed di Pozzuoli in collaborazione con Mediterranea Cardiocentro di Napoli e Università di Pisa e ha preso in analisi numerosi paramatri, tra i quali le patologie pregresse, le terapie seguite prima di essere colpiti dall'infezione e le terapie effettuate in ospedale per trattare il nuovo virus.

"Abbiamo potuto osservare - ha dichiarato ai microfoni di Adnkronos Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed - che, a parità di condizioni, i pazienti ai quali è stata somministrata idrossiclorochina hanno avuto un tasso di mortalità ospedaliera inferiore del 30% rispetto a quelli che non avevano ricevuto il trattamento".

"I nostri dati sono stati sottoposti ad analisi statistiche estremamente rigorose, che hanno tenuto conto di tutte le variabili e tutti i possibili fattori di condizionamento che potessero entrare in gioco e hanno valutato il ruolo di questo farmaco in svariati sottogruppi di pazienti - ha aggiunto l'epidemiologo - Il risultato favorevole all'uso dell'idrossiclorochina si è mantenuto invariato, rivelandosi particolarmente efficace nei pazienti che, al ricovero, mostravano uno stato infiammatorio più evidente".

"In questi mesi - ha aggiunto Giovanni De Gaetano, Presidente di Neuromed - l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha raccomandato uno stop dell'utilizzo dell'idrossiclorochina sulla base di uno studio osservazionale internazionale, successivamente ritirato dagli stessi autori della ricerca. Ora i dati dello studio, derivanti dalla collaborazione nazionale, potranno aiutare le Autorità competenti a meglio chiarire il ruolo dell'idrossiclorochina nel trattamento di questi pazienti".

"In attesa del vaccino - ha concluso Licia Iacoviello, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed - identificare terapie efficaci rappresenta una priorità assoluta e siamo convinti che questa ricerca darà un contributo importante al dibattito internazionale sul ruolo dell'idrossiclorochina nella terapia dei pazienti ospedalizzati per Coronavirus".