Sperimentazione vaccino anti-Covid: nel team c'è anche una meridionale

Oggi è partita all'Istituto Spallanzani di Roma la sperimentazione del vaccino italiano sull'uomo contro il Covid-19. Si chiama "Grad-Cov2" ed è stato testato su una prima volontaria. In totale saranno 90 i volontari che si sottoporranno al test di fase clinica I, con la collaborazione di altre due strutture sanitarie presso il Policlinico G.B. Rossi di Verona e gli ospedali di Piacenza e Cremona.

La prima fase della sperimentazione durerà 24 settimane: "Sarà un vaccino pubblico e, a conclusione della fase di sperimentazione, sarà a disposizione di tutti quelli che ne avranno necessità", ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il vaccino è stato realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera. Tra le migliaia di persone che si sono offerte, è una donna sulla cinquantina la prima volontaria che ha ricevuto tramite iniezione intramuscolare una dose.

"Sono emozionata e orgogliosa - ha dichiarato la donna al quotidiano 'Il Mattino' - Spero di poter essere utile al nostro popolo. Mi auguro che la mia disponibilità possa aiutare a salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri". Con l'avvio in Italia dei test clinici contro il Coronavirus "le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid", ha commentato il Ministro della Salute Roberto Speranza sul suo profilo ufficiale Facebook.

Nel team che sta lavorando giorno e notte alla sperimentazione del vaccino anti-Covid spicca anche un'eccellenza meridionale: si tratta della molisana Francesca Colavita, una delle tre ricercatrici meridionali che hanno isolato il Coronavirus, assunta allo Spallanzani di Roma nel mese di febbraio. La studiosa, trentenne di Campobasso, aveva soltanto un contratto di collaborazione e da 4 anni lavorava nel laboratorio di Virologia dell'Istituto Nazionale.

La sperimentazione sull'uomo, realizzata grazie a una squadra di ricercatori e clinici dello Spallanzani con la società biotech che ha prodotto il vaccino, è organizzata grazie ai volontari divisi per gruppi di età: 45 sono tra i 18 e i 55 anni, altri 45 oltre i 65. Ogni gruppo sarà suddiviso a sua volta in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali sarà somministrato un diverso tipo dosaggio. Se i primi risultati della fase 1 avranno esisti positivi, entro la fine del 2020 si darà inizio alle fasi 2 e 3, che saranno condotte da un numero maggiore di volontari anche in Paesi dove il virus è maggiormente diffuso.