Al Sud c'è l'isola del tesoro: ritrovati in mare nuovi eccezionali reperti

La Sicilia si conferma terra di straordinaria bellezza. Una bellezza che si rinnova, a cui si aggiungono di continuo nuovi elementi. E' di qualche giorno fa, infatti, la notizia del ritrovamento di un relitto che giaceva ad una profondità di circa 70 metri, composto di anfore databili tra il II e il I sec. a.C. Questi reperti sono stati ritrovati nel corso di un'operazione di monitoraggio e rimessa in ordine dell'itinerario subacqueo.

Come riporta La Repubblica, i sopralluoghi sono stati realizzati con il supporto tecnico-logistico della Guardia di Finanza, comandata dal Colonnello Martinengo del ROAN, con il Ten. Col. Averna Comandante della Stazione Navale, il Luogotenente Bonura Comandante della sez. operativa navale, il m.llo Nobile Comandante del nucleo subacqueo.

Precedentemente, invece, è stato ritrovato un capitello ionico di grandi dimensioni all’interno di un pozzo circolare nell’area urbana di Gela. Il capitello, realizzato in pietra arenaria, è stato rinvenuto in via Sabello durante i lavori di scavo per la posa di cavi elettrici condotto sotto la sorveglianza archeologica della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta.

Questo capitello è un meraviglioso reperto in stile ionico delle dimensioni di 60 cm di lunghezza per 51 di profondità e 34 di altezza, caratterizzato da alcune decorazioni frontali collegate tra loro da un cordoncino ricurvo a rilievo. Il ritrovamento è stato possibile anche grazie alla presenza di un archeologo che per norma il Codice degli Appalti impone quando si realizzano opere di lavori pubblici.

Secondo una prima ricostruzione degli esperti, si tratterebbe di una decorazione anteriore a un edificio storico con una collocazione cronologica e culturale che va tra la fine del VI e il V secolo a.C., appartenente probabilmente ad un edificio pubblico.