Coronavirus, il commissario straordinario: "Distribuiti 390 milioni di mascherine"

Lo scorso marzo era stato scelto da Giuseppe Conte come commissario straordinario delegato per fronteggiare l’emergenza Coronavirus in Italia. La nomina era stata annunciata dal Presidente del Consiglio durante una diretta Facebook andata in onda nello speciale serale del Tg1 mercoledì 11 marzo.

Domenico Arcuri, 49 anni, nato a Melito Porto Salvo, il comune in provincia di Reggio Calabria situato nella parte occidentale del Sud che si affaccia verso la Sicilia, da quasi tre mesi è il nuovo supercommissario per la gestione della lotta al Covid-19. Il manager calabrese ricopre il ruolo di amministratore delegato di Invitalia da 13 anni, è laureato in Economia e Commercio alla Luiss di Roma nel 1986 con una tesi sulla “Redditività economica e sociale degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno”, successivamente ha lavorato all’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) nella Direzione pianificazione e controllo.

Oggi Arcuri ha fatto un bilancio di questi mesi, trattando soprattutto due temi caldi di questo periodo: mascherine e tamponi. Lo ha fatto ai microfoni di "Mezz'ora in più" su Raitre: "I primi giorni dopo il mio incarico, facevamo fatica a mandare le mascherine anche al personale sanitario. In questi 80 giorni ne abbiamo distribuite 390 milioni, ne abbiamo una quantità sufficiente. La libertà va sempre tutelata. Facciamo in modo che le farmacie e la grande distribuzioni possano venderle al prezzo giusto. Oltre il 50% dei nostri ordini è eseguito con aziende italiane".

"Abbiamo più del doppio dei posti in terapia intensiva - ha continuato - continuiamo ad aumentarli. Il problema sui tamponi e sui reagenti è stato risolto: sono stati eseguiti 40 mila tamponi al giorno dall’inizio dell’emergenza. Oggi siamo in condizione di farne 92 mila al giorno. L'app Immuni? Il tracciamento è qualcosa di essenziale, 2 milioni di italiani l’hanno già scaricata. Non abbiamo ancora cominciato una comunicazione massiccia per promuoverla, ma in questi tre mesi ho capito che gli italiani sanno cosa devono fare”.