Coronavirus, è meridionale il medico che ha diretto l'ospedale vicino Codogno

Sono tante le personalità meridionali protagoniste di questa emergenza Coronavirus. Ieri vi abbiamo parlato di Francesca Russo, a capo della Direzione Prevenzione e Sanità Pubblica della Regione Veneto, siciliana, originaria di Maletto (Catania), colei che ha guidato il team delle Asl venete coinvolte nell’epidemia del Coronavirus. Il primo obiettivo era stato quello di cercare il paziente zero che avrebbe dato avvio alla diffusione del Covid 19, poi  ha ideato il “modello Veneto”, diventato un riferimento a livello internazionale ed elogiato pubblicamente anche dal Governatore Zaia.

Oggi, invece, vi parliamo Rosario Canino, un'altra eccellenza del Sud che ha lavorato sul fronte più duro del Coronavirus, quello lombardo. Il dottor Canino è direttore sanitario dell'ospedale di Cremona, il centro di convergenza della maggior parte dei casi di Codogno, epicentro e origine dell'epidemia italiana.

Canino è calabrese, originario di Taverna Rosa, e il suo grande impegno è stato premiato dall'Amministrazione comunale della cittadina del Catanzarese, che gli ha consegnato, in remoto, un riconoscimento per il lavoro svolto alla guida del nosocomio cremonese, un lavoro documentato anche in un docufilm trasmesso negli Stati Uniti.

Ai microfoni de "La nuova Calabria" ha raccontato le sue emozioni di questo periodo: "Sì. Ho avuto paura e non mi vergogno di ammetterlo! Ma non l’ho mai dimostrato! Non era permesso e non era corretto rispetto a medici e infermieri in prima linea. Ho avuto paura, perché non sono stato chiuso nel mio ufficio ad impartire ordini. Andavo nei reparti, dove c’erano i medici e gli infermieri che erano sfiniti dai turni massacranti, per rendermi conto della situazione e per rincuorare gli operatori. Avvolti nei dispositivi di protezione individuale eravamo sconosciuti, ma gli occhi parlavano, e come parlavano “Direttore tranquillo! Ci siamo noi e non molliamo! Andrà tutto bene!”".

Il dottor Canino, ovviamente, è solo uno dei tanti meridionali impegnati nella battaglia contro il virus in ogni parte d'Italia. A lui, a tutti i medici e infermieri, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.