L'aria più pulita d'Europa si respira in una regione del Sud

In questi mesi di emergenza per il Coronavirus, si è a lungo parlato degli effetti positivi che il lockdown ha provocato sulla natura e sulla qualità dell'aria del nostro Paese. Finalmente l'Italia ha respirato e ha goduto forse dell'unica ripercussione utile di questa terribile pandemia. L'acqua di mari e fiumi è apparsa limpida, tanti animali si sono sentiti liberi di girovagare in sicurezza per le città, l'aria è stata molto più leggera e libera dai tanti agenti inquinanti che la deteriorano nei giorni "normali".

C'è da dire, però, che anche lontano dall'emergenza Coronavirus, in una regione del Sud si è sempre respirata aria particolarmente buona. Alcuni studi effettuati in Calabria, infatti, hanno rivelato che nella regione meridionale l'aria sarebbe più pulita di quella della Norvegia e dell'arcipelago delle Isole Svalbard, al Polo Nord. Secondo una ricerca finanziata dalla comunità europea, infatti, in un punto preciso della Calabria, nella Sila, a Zagarise (CZ), località Tirivolo, a 1800 metri d'altezza è stata individuata l'aria più pulita d'Europa, forse addirittura del mondo.

Questo risultato incredibile è favorito da tanti fattori: bassa densità di popolazione, alberi secolari e clima favorevole, grazie ovviamente ai "giganti" calabresi e ai loro enormi polmoni.

Questo primato, appurato in uno studio di qualche tempo fa, è tornato fortemente in voga in un periodo in cui si discute tantissimo della qualità dell'ambiente e degli effetti dello smog sulla salute dell'uomo. Ma non solo. Secondo alcuni esperti, la diffusione del Coronavirus sarebbe agevolata dallo smog e dalle polveri sottili presenti nell'atmosfera, per cui a basso inquinamento corrisponderebbe un basso livello di contagio da Covid-19.

Questo in un certo senso può essere confermato dai numeri dell'emergenza in Calabria, dove la maggior parte dei casi di positività si sono riscontrati in cittadini calabresi rientrati dal Nord Italia. E chissà che l'aria pulita e la bassa densità di popolazione non siano un primo, importante antidoto contro il Coronavirus e altre malattie virali.