Dimesso al Sud un altro bergamasco: "Sono felice, qui mi hanno voluto bene"

L'emergenza Coronavirus ha dato vita ad una grande collaborazione tra Nord e Sud per salvare quante più vite umane possibili. Con il Settentrione schiacciato dai contagi e con strutture al limite, molti pazienti sono stati inviati negli ospedali meridionali.

Vi abbiamo già raccontato di Ettore Consonni, 61 anni, un magazziniere in pensione di Bergamo che, colpito dal Coronavirus, è stato trasferito all’Ospedale Civico di Palermo a causa della carenza di posti in terapia intensiva in Lombardia. Così come gli altri due bergamaschi curati a Campobasso e pienamente guariti.

Oggi, invece, è stato dimesso un altro paziente di Bergamo ricoverato al Civico di Palermo, dove è arrivato lo scorso 14 marzo. Marco Maffeis - questo il suo nome - è risultato negativo al doppio test del tampone e ora è in buone condizioni di salute. Grazie ad un ponte aereo è stato trasferito in un ospedale milanese dove terminerà il percorso terapeutico di riabilitazione polmonare.

Prima di salire sull'ambulanza, l'uomo, di 66 anni, ha rivolto parole di ringraziamento a chi lo ha curato in queste settimane: "Sono felice. In questo reparto mi hanno voluto bene, mi hanno amato e guarito. Mi sento fortunato, un sopravvissuto. Ci sono tanti che mancano, anche nel mio paese, dove su 8 mila abitanti ne sono morti più di cento. Noi veniamo in Sicilia spesso e l’amiamo per la sua diversità".

Il 66enne è stato seguito dall'equipe del primario Mazzarese, che ha spiegato la situazione del paziente al suo arrivo in Sicilia: "Era giunto qui con gravi insufficienze respiratorie da Covid 19. Dopo oltre un mese di assistenza ventilatoria, ha acquisito nuovamente un'autonomia respiratoria che ne ha permesso così le dimissioni. E' stata una sfida nella sfida, che abbiamo vinto, che ci riempie di orgoglio come medici e come siciliani".

Un'altra testimonianza molto significativa dei risultati che apporta la collaborazione tra Nord e Sud quando si riescono a mettere da parte i pregiudizi e si uniscono le forze.