Scoperta al Sud l'origine dei tumori del cuore

Anche nel periodo dell'emergenza Coronavirus continuano gli studi di ricerca su altre malattie, specialmente il cancro. In questo ambito si inserisce una scoperta importantissima effettuata dal gruppo coordinato dal Prof. Daniele Torella, Ordinario di Cardiologia presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che ha trovato l'origine dei tumori del cuore grazie all'individuazione delle cellule staminali responsabili del mixoma atriale.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "European Heart Journal", una delle più prestigiose al mondo riguardo l'ambito cardiovascolare. I tumori del cuore sono patologie molto rare, ma nella maggior parte dei casi si tratta di mixomi cardiaci. Il mixoma atriale solitamente è considerato una neoplasia benigna, essendo poco invasivo e non producendo metastasi. Tuttavia, proprio per la loro posizione anatomica, i mixomi atriali possono produrre alcuni quadri clinici che comportano gravi problemi cardiaci, come scompensi o disfunzioni valvolari. Ecco perché sono fondamentali diagnosi precoce e intervento di escissione mediante cardiochirurgia.

Durante il loro lavoro, i ricercatori del Laboratorio di Cardiologia Molecolare e Cellulare hanno analizzato 26 mixomi umani, identificando e isolando delle cellule con caratteristiche di vere cellule staminali tumorali capaci di riformare il mixoma cardiaco. Lo studio ha dimostrato l'esistenza di una particolare cellula staminale tumorale da cui origina il mixoma atriale.

E' bello che, anche in tempi di Coronavirus, dove l'Italia e il mondo si sono fermati per l'emergenza, i ricercatori del Sud continuino, attraverso i loro studi e sforzi, a far luce su tante patologie che colpiscono i nostri organismi.

Di qualche giorno fa la notizia di un farmaco scoperto in Sicilia che ritarderebbe il progredire della Sclerosi Multipla. Questo studio ha dimostrato che un qucoronaarto dei pazienti, entro 10 anni dall’esordio della malattia, smette di avere attacchi e inizia a progredire grazie al farmaco.

Anche nell'era Coronavirus, la ricerca al Sud non va in quarantena.