Tu scendi dalle stelle: scopri l'affascinante storia di una delle più famose canzoni di Natale

Che Natale sarebbe senza musica? Difficile poterlo dire. Non a caso, le canzoni a tema natalizio sono tantissime. A Napoli e al Sud, in generale, sono molto famose quelle composte da Sant' Alfonso dei Liguori, autore di "Quanno nascette Ninno" e della relativa "Tu scendi dalle stelle". Infatti, le due sono collegate, ma in che modo? Scopriamolo insieme.

Tu scendi dalle stelle o Canzoncina a Gesù Bambino

Alfonso Maria de' Liguori nasce nell'attuale capoluogo campano, il 27 settembre 1696 e muore a Nocera dei Pagani, il 1° agosto 1787. Vescovo, fonda la Congregazione del Santissimo Redentore ed è stato anche compositore e autore. Scrive anche opere esegetiche e popolari. Le sue canzoni più famose sono le due già citate, delle quali, "Tu scendi dalle stelle", è la versione in italiano della prima, conosciuta, pure, come "Canzoncina a Gesù Bambino" o "A Gesù Bambino".

Le origini della canzone

La stesura di questo canto risale al dicembre 1754. Nel convento di Santa Maria della Consolazione, a Deliceto, in provincia di Foggia, Sant'Alfonso scrive quest'opera. C'è chi, però, sostiene che le cose si siano svolte in maniera diversa. In realtà, luogo di nascita sarebbe Nola, in provincia di Napoli. In missione sul posto, in vista della Novena della Beata Vergine Maria, avrebbe composto la canzone e, poi, l'avrebbe mostrata in anteprima al canonico Michele Zambadelli (o Zamparelli). Costui l'avrebbe copiata di nascosto, ma sarebbe stato smascherato. In occasione della prima esibizione, nella Cattedrale del centro napoletano, Sant'Alfonso avrebbe finto di dimenticarne le parole e chiesto aiuto proprio a lui. Quindi, il canonico sarebbe stato screditato di fronte a tutti i presenti.

Sant'Alfonso de' Liguori, autore di "Tu scendi dalle stelle"

La struttura della canzone

In realtà, il pentagramma originale e altro materiale connesso alla realizzazione sono, ancora oggi, visibili nella stanza del Santo, nel Santuario, a Deliceto. Ogni anno, sono migliaia i pellegrini che si recano a vederli, arrivando da tutto il mondo. "Tu scendi dalle stelle" è formato da sette strofe di sei versi ciascuna. I primi due versi di ogni strofa sono endecasillabi a rima baciata, mentre il terzo e il quarto sono ottonari. Il primo ha rima interna e il secondo è tronco. Il quinto verso è un quinario e rima con il sesto verso, endecasillabo. Lo schema complessivo è Aab(b)cC, perciò molto complesso.

Il testo

Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo,

e vieni in una grotta al freddo, al gelo.

O Bambino mio Divino,

io ti vedo qui tremar.

o Dio beato,

e quanto ti costò l’avermi amato!

A Te, che sei del mondo il Creatore

mancano panni e fuoco, o mio Signore.

Caro eletto Pargoletto,

quanto questa povertà

più m’innamora,

giacchè ti fece Amor povero ancora.

Tu che godi il gioir nel Divin Seno,

come vieni a penar su questo fieno?

Dolce amore del mio core,

dove Amor ti trasportò?

O Gesù mio,

per chi tanto patir, per amor mio!

Ma se fu tuo volere il tuo patire,

perché vuoi pianger poi, perché vagire?

Sposo mio, Amato Dio,

mio Gesù, t’intendo sì;

ah mio Signore,

tu piangi non per duol, ma per amore.

Tu piangi per vederti da me ingrato

dopo sì grande Amor, sì poco amato.

O Diletto del mio petto,

se già un tempo fu così,

or Te solo bramo.

Caro, non pianger più, ch’io t’amo, io t’amo.

Tu dormi, o Ninno mio, ma intanto il Core,

non dorme no, ma veglia a tutte l’ore:

deh mio bello e puro Agnello,

a che pensi dimmi Tu?

O Amore immenso,

a morire per te, rispondi, Io penso.

Dunque a morir per me Tu pensi, o Dio,

e ch’altro amar fuori di Te poss’io?

O Maria, Speranza mia,

s’io poc’amo il tuo Gesù,

non ti sdegnare,

amalo Tu per me, s’io nol so amare.