Leggende di Bari: Muffarag e Befanì, un duello da perdere la testa

La storia di Bari è molto antica. La città ha fatto da sfondo a numerosi eventi tra mito e realtà. Uno di questi è quello dell'emiro Muffarag e della strega Befanì. Scopriamolo insieme.

Dall'847 all'871, il capoluogo pugliese è la capitale dell'unico "emirato" dell'Italia continentale, anche se non fu mai riconosciuto in maniera ufficiale dalle autorità musulmane. Dopo l'occupazione della Spagna e della Sicilia, gli arabi sbarcano nella parte meridionale della penisola intorno all'835. Arrivano su richiesta del Ducato di Napoli, in cerca di alleati contro il Principe Sicardo di Benevento. Nascono, così, numerosi accampamenti saraceni in tutto il Meridione, basi dei pirati mori che agivano per tutto l’Adriatico. Nell'847, è il comandante berbero Khalfun a conquistare la città, strappandola ai Bizantini. Il successo militare è favorito dalla scoperta di un passaggio segreto. Perciò, nasce un vero e proprio stato islamico. Nell'853, Mufarrag succede al suo predecessore.

Chi è Muffarag?

Il nuovo reggente prova a consolidare il suo potere e ad estendere i suoi possedimenti. Durante la sua reggenza, gli arabi arrivano a controllare una vasta area. Per affermare la sua autorità anche in campo religioso, ordina la costruzione di una moschea. Invia al califfo di Baghdad la richiesta per il titolo di “wali”, ovvero emiro, ma non riceve risposta. Muore, assassinato, nell'858 e gli succede Sawdan, il quale governerà fino all'865. L'emirato sarà sconfitto solo da un’alleanza di Bizantini e di Longobardi.

La leggenda di Muffarag e Befanì

Nel comune pugliese, però, si racconta che la morte di Muffarag sia avvenuta a seguito di un evento al quanto particolare. Mal visto dai baresi, per aver provato ad imporre il culto dell'Islam, il guerriero saraceno cercò di riconquistare la loro fiducia con un atto di valore. Ogni anno, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, le strade della città facevano da sfondo all'apparizione di due befane, una buona ed una cattiva. Addirittura, la malvagia Befanì decapitava chiunque incontrasse. Per questa ragione, i baresi si rinchiudevano in casa, per paura di incrociarla. Vantandosi delle sue abilità di combattente e prendendo in giro i suoi sudditi, Muffarag decise di affrontarla. Purtroppo per lui, lo scontro non andò a buon fine e perse la vita.

La testa del moro esposta a Bari

Oggigiorno, a Bari Vecchia, in strada Quercia n°10, sull'architrave di una casa, è possibile vedere una scultura che raffigura la testa di un moro. Sembra che si tratti di quella di Muffarag, che, una volta tagliata, sia rotolata fin lì, piantandosi nell'ingresso dell'edificio.