Manovra 2023, novità sulle pensioni e sul lavoro in smart working: cambia tutto!

Venerdì 16 dicembre il governo dovrebbe presentare il nuovo disegno di legge, meglio conosciuto come Manovra 2023: tutti i cambiamenti previsti. 

Appena eletto il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si è messo subito all'opera per proporre disegni di legge adatti al momento storico che l'Italia vive in questi anni. All'attenzione ci sono le pensioni minime, il lavoro in smart working nato in pandemia, opzione donna e il chiacchierato bonus cultura per i diciottenni. Le novità non mancheranno e secondo le prime voci di corridoio potrebbero esserci diversi cambiamenti in vista.

Non è ancora chiaro cosa succederà al bonus cultura ma a quanto pare il governo è intenzionato a trasformarlo in una card spendibile per acquisti mirati. L'unico limite sarà l'isee degli studenti che non dovrà superare i 50 mila euro. Più chiacchierato è invece il fronte delle pensioni minime, ecco cosa sta succedendo e quali sono le posizioni dei partiti di maggioranza.

Pensioni minime e smart working: nuove cifre e scadenze in vista

Cominciamo subito da un tema parecchio scottante negli ultimi anni, le pensioni minime. Le prime voci di corridoio confermerebbero l'alzamento della cifra minima delle pensioni a 600 euro, la stessa Forza Italia sarebbe fautrice di questa proposta. In alternativa ci sarebbe l'intero ricalcolo delle pensioni, fino a cinque volte l'assegno minimo previsto. Questo è probabilmente il punto più atteso del disegno legge proposto dal nuovo governo.

All'attenzione dei cittadini ci è però finito anche lo smart working, il famoso lavoro da casa che in questi anni ha trasformato il lavoro di moltissime aziende e non solo. Sembra proprio che Forza Italia voglia prolungare fino al 31 dicembre del 2023 il lavoro da casa per lavoratori fragili e genitori di under 14enni.

Cosa succederà al Reddito di Cittadinanza? La stretta dovrebbe durare fino al 1 gennaio del 2024 per poi essere eliminato definitivamente. Trapela però la notizia che in questi mesi il Reddito di Cittadinanza possa essere erogato solo ai cittadini over 40 e dunque escludere tutta la fascia più giovane. Non ci sono in vista modifiche per la scuola che potrebbero arrivare nei prossimi mesi. L'obiettivo del governo è quello di stringere i tempi sul disegno legge così da poter subito mettere in atto le prime norme.

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