Allarme siccità: quali sono le regioni italiane più a rischio

L’emergenza idrica sta iniziando, già dal mese di giugno, a mettere in ginocchio l’Italia intera. Vediamo, allora, quali sono le regioni più colpite. 

La Val d’Aosta registra un pericoloso scioglimento precoce dei nevai. Le riserve d’acqua a loro tradizionalmente destinate, infatti, si attestano attualmente sulla metà della loro portata abituale. Per quanto riguarda il Piemonte, poi, pare che sia la regione colpita maggiormente dall'emergenza idrica. In oltre 200 mila comuni, infatti, la disponibilità d’acqua è stata razionata ed i disagi sono stati davvero moltissimi. La siccità, infatti, l’ ha colpita duramente, tanto che il livello del Lago Maggiore è sceso di un metro in sole 72 ore. Riguardo al Po, oltretutto, la situazione è davvero preoccupante. Sembra infatti che da 70 anni le sue acque non fossero così basse. Anche in Trentino la situazione non è delle più rosee. Il livello del fiume Adige, infatti, è inferiore di un quarto rispetto alla sua portata abituale. In alcuni comuni, di conseguenza, è stata sospesa la fornitura d’acqua dalle 23.00 alle 6.00.

Ecco la situazione idrica nel centro Italia: la situazione è grave in quasi tutto il paese

Nelle Marche la situazione è molto grave. I suoi fiumi, infatti, sono in situazione davvero preoccupante. Sembra, infatti, che i corsi d’acqua marchigiani registrino i minimi storici e il Metauro, il Chienti, l’ Esino ed il Misa sono in condizioni davvero critiche e speriamo che al più presto possano verificarsi provvidenziali precipitazioni. In Emilia Romagna, inoltre, l’agricoltura soffre per la mancanza d’acqua e l’acquedotto di Ferrara ha adottato le prime misure d’emergenza. 

Nel meridione le cose non vanno per niente meglio: tantissime le regioni colpite dall’emergenza

Nel Lazio la situazione pare sia davvero drammatica. Zingaretti ha infatti da poco dichiarato lo stato di calamità naturale e il Lago di Bracciano ed il fiume Tevere sono in condizioni allarmanti. In Campania ed in Puglia, invece, per ora non si registrano gravi problemi, così come in Basilicata. In Calabria la preoccupazione, invece, non riguarda l’acqua nello specifico ma l’aumento delle temperature. Pare, infatti, che la vegetazione di cui si nutrono gli ovini abbia incontrato grandi difficoltà nel crescere a queste temperature. Gli allevatori sono infatti molto inquieti. Nelle isole, invece, pare che ancora non ci sia molto di cui preoccuparsi.

In Sicilia, infatti, il volume d’acqua delle dighe è a livelli ordinari e sembra che si possa affrontare la stagione calda con le suddette riserve. Per la Sardegna, poi, la situazione sembra la medesima e siamo contenti, almeno per queste due regioni, che l’emergenza idrica non abbia creato problemi alla popolazione.