Mino Raiola non è morto ma è in ospedale: "Ecco come sta", parla il professor Zangrillo

Mino Raiola è stato ricoverato in ospedale per gravi condizioni di salute. Lo ha chiarito Alberto Zangrillo, responsabile del reparto di Anestesia e Terapia Intensiva dell'Irccs San Raffaele di Milano. Il procuratore sportivo è malato da tempo e a gennaio ha subito una delicata operazione. Nasce a Lower Nocera il 4 novembre 1967, ma all'età di un anno si trasferisce con la famiglia ad Haarlem, nei Paesi Bassi. Il padre decise di dedicarsi alla ristorazione, scelse di aiutare i suoi genitori lavorando come cameriere. Impara sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. Soprannominato il "pizzaiolo" per via del suo lavoro di cameriere, un giorno si burlò di "non aver mai fatto la pizza" in vita sua. La sua passione per il calcio lo ha portato a dirigere la squadra giovanile di Haarlem all'età di 20 anni, prima di assumere il ruolo di direttore sportivo per il club olandese. Dopo aver fondato la società, ha iniziato a puntare sugli interessi dei giocatori: da Ibrahimovic a Donnarumma, a Balotelli e Pogba, a Verratti, De Ligt, De Vrij e Haaland, solo per citarne alcuni, anche giovani talenti di tutta Europa.

Il 12 gennaio Raiola è stata operata all'ospedale San Rafael di Milano per una malattia polmonare non correlata al nuovo coronavirus, e ha subito sviluppato sintomi gravi. Il suo staff ha parlato di esami programmati, e anche il medico ospedaliero lombardo Alberto Zangrillo ha sottolineato che l'intervento era programmato da tempo, ma la Bild ha annunciato che Raiola era ricoverato in terapia intensiva e le sue condizioni erano notevolmente peggiorate. Poco dopo le 13, ha iniziato a circolare con insistenza la notizia della sua morte. Moltissimi giornali, sia italiani che stranieri, hanno riportato il tragico evento. Verso le 15, poi, la clamorosa smentita: il procuratore è in gravi condizioni ma - per il momento - ancora vivo. "Sono indignato per le telefonate di pseudogiornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta litigando", ha detto Alberto Zangrillo, direttore del reparto di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs dell'ospedale San Raffaele. Anche dall'account Twitter ufficiale del 54enne è arrivata una smentita: "Sono arrabbiato, mi hanno ucciso per la seconda volta in quattro mesi", è la sintesi del tweet scritto in inglese. Presumibilmente è opera di un suo collaboratore. Si spera che le cure mediche a cui sta venendo sottoposto in queste ore gli salvino la vita.