L'osteria dove Caravaggio beveva è ancora aperta, ma nessuno lo dice: si trova a Napoli!

Nel centro storico di Napoli, Cerriglio è probabilmente uno dei vicoli più famosi. Una straduzza stretta dove  si sale attraverso sottili gradini in pietra e s'intravede un piccolo arco ,oltre ad essere uno degli angoli più suggestivi della città, è strettamente legato alla famosa leggenda che vede nel Caravaggio il suo protagonista. È qui che Caravaggio avrebbe rischiato la vita dopo una violenta aggressione nei pressi della locanda che era solito visitare durante il suo soggiorno in città.Il Vicolo del Cerriglio è uno dei luoghi più nascosti e intrisi di mistero della città: situato nel cuore della zona del Porto, a pochi metri dall'omonima locanda, Cerriglio è stata evidentemente visitata da marinai e mercanti che si sono recati nelle numerose osterie della città partenopea (tra cui l'osteria Cerriglio) per riposarsi dopo un'intensa giornata al porto.

Questa famosa locanda fu apprezzata non solo da Caravaggio, ma anche da Benedetto Croce e Boccaccio. Forse ha a che fare con la sua storia, ma si dice che l'osteria esistesse già ai tempi di Roberto d'Angiò: rimarrà aperta fino all'Ottocento, quando fu adibita a magazzino. Fu qui che ebbe luogo il famoso episodio dell'attentato a Caravaggio. Caravaggio, che visse nei Quartieri Spagnoli, diede vita proprio nelle botteghe napoletane  a due delle sue opere maggiori: qui nacquero le "Sette opere di Misericordia" e "La Flagellazione di Cristo". Fu in questo periodo, nel 1609, che si verificò un episodio che è passato alla storia. L'attacco a Caravaggio avvenne nel momento forse peggiore della vita dell'artista: coinvolto in alcune faccende della malavita  sia a Roma che a Malta, il pittore si rifugiò a Napoli. Fu proprio qui, nel 1609, che fu raggiunto dai balordi che volevano vederlo morto, e nel cuore della notte rimase esanime fuori al ciglio della locanda che tanto amava.

Erano quattro gli uomini che lo  hanno colpito e preso a calci , il  famoso pittore che tornò a Napoli all'inizio del XVII secolo quando realizzò tre dipinti nella Chiesa di Sant'Anna de'Lombardi, che andarono distrutti nel terremoto del 1805. Un taglio al viso per via di una "vendetta misteriosa." Un luogo malfamato e pericoloso dunque? Molto probabilmente non più del resto della città e in particolare di quella zona, a pochi passi dal Porto. Di sicuro, però, le taverne napoletane erano considerate – al pari di molte altre in Europa – ad alto rischio, in particolare per l’usanza di farne un rifugio dei balordi e attaccabrighe.

I quattro malviventi lo rincorsero per tutta la locanda e lui cercò di sfuggire alle loro grinfie  facendosi strada tra tavoli e le lanterne a petrolio, fu poi acciuffato e pestato, sbattuto contro i muri umidi di muffa. Il resoconto? Caravaggio sopravvisse all’aggressione ma “nel viso cosi fattamente ferito, che per li colpi quasi non piu si riconosceva”. Chi erano gli aggressori? Parenti della famiglia di Ranuccio Tomassoni? Beh, non lo sapremo mai...

La locanda era  sicuramente tra le più celebri della città, per il suo  buon cibo e l'ancor meglio vino, tanto amato dal pittore. Era  frequentata da ogni tipo di avventore, artisti, scrittori, pittori, poeti, intellettuali ma anche marinai e commercianti. Nel corso degli anni e dei secoli si dice siano passati Giovan Battista Della Porta, Giambattista Basile, Giulio Cesare Cortese, Sgruttendio, Giovan Battista del Tufo, Carlo Celano, Emmanuele Bidera, Vincenzo D’Auria, Benedetto Croce. Un luogo sicuramente suggestivo, un vicoletto scuro e maleodorante ma tenuto in vita dalla vivacità e varietà dei suoi frequentatori, un luogo divenuto lo scenario di mille storie e di misteriose leggende, un luogo dove oggi vi è  ancora la stessa taverna, che prende il nome di "Taverna del Cerriglio".