Napoli, arriva la pillola antivirale contro il Covid sperimentata al Cardarelli

Il primo antivirale in pillole contro il Coronavirus, sta per essere autorizzato anche in Italia. Si chiama il Molnupiravir di Merck (Msd in Europa), e la sua sperimentazione è stata condotta anche in Campania - tra Asl Napoli 1 e Cardarelli - e ha dato ottimi risultati, con una riduzione del 50 per cento del rischio di ricovero. E' stato addirittura necessario interrompere lo studio perché i risultati erano così evidentemente positivi che continuare avrebbe significato penalizzare coloro che stavano assumendo il placebo.

Facilità di somministrazione, basso costo, nessuna particolare modalità di conservazione, lo hanno reso un ottimo farmaco per combattere il virus insieme ai vaccini. Il tutto mentre è in vista un'altra pillola, sviluppata da Pfizer, che è efficace all'89 percento in caso di ricovero o morte. La pillola contro il Covid è destinata a pazienti non ospedalizzati con fattori di rischio, anche in uno stadio intermedio della malattia. Il meccanismo del farmaco consiste nell'inibire i meccanismi che ha il virus per replicarsi. L'Italia rende disponibile il farmaco in emergenza, visto che si attende ancora l'approvazione dell'Ema.

"Le indicazioni - spiega al Mattino Pasquale Antonio Corcione, a capo del dipartimento di rianimazione del Cotugno - Monaldi di Napoli - riguardano i pazienti non ospedalizzati che hanno fattori di rischio, In pratica gli stessi dei monoclonali con la differenza che la facilità d'uso e il fatto che possano essere utilizzati anche in una fase intermedia della malattia e non solo iniziale, ne fanno strumenti molto più agili per la cura".

"Se la vaccinazione resta lo strumento principale per impedire al virus di circolare - aggiunge Fiorentino Fraganza, ex primario della rinanimazione del Cotugno - gli antivirali sono l'arma letale per stroncarne la vita intracellulare vero strumento per trasformare la pandemia in endemia evitando morti e ospedalizzazioni. Gli inibir delle protesi sono quelli che ci hanno consentito di curare l'Aids. Un passo avanti insieme agli anticorpi monoclonali iniettabili intramuscolo anch'essi dunque disponibili per il trattamento domiciliare".

"Il vantaggio principale è la possibilità di usare questi farmaci a domicilio, prima che il paziente si aggravi - dichiara al Mattino Pina Tommasielli, medico di famiglia e componente dell'unità di crisi regionale - questo presuppone una riorganizzazione del nostro ruolo ma anche una funzione cruciale, come già dimostrato nelle varie ondate per una gestione sostenibile delle infezioni. Livelli di cura intermedi all'ospedale con cui potremo davvero mettere alle spalli il virus come lo abbiamo conosciuto finora".