Reddito di cittadinanza, cosa cambia: quello che devi sapere

Nella legge di bilancio approvata dal governo c'è anche il rifinanziamento del provvedimento, ma con qualche modifica su controlli e offerte di lavoro. Cosa può cambiare in Parlamento

Il reddito di cittadinanza è una delle misure previste dalla legge di bilancio approvata dal governo Draghi. Il sostegno alla lotta alla povertà è stato rifinanziato, ma con alcune novità. Come si può leggere sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si tratta di una misura di politica attiva del lavoro per combattere la povertà, le disuguaglianze e l'esclusione sociale, un sostegno economico a integrazione del reddito familiare. Questa misura è essenzialmente un patto che viene stipulato tra Stato e disoccupato: lo Stato mette a disposizione del disoccupato un aiuto economico "in cambio della sua partecipazione a un percorso lavorativo e di reinserimento sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti. firmando, infatti, un patto per il lavoro o un patto per l'inclusione sociale.

Il nuovo meccanismo per favorire la ricerca del lavoro
Il provvedimento è entrato in vigore il 6 marzo 2019. Come stabilito dal decreto legge 4/2019, chi richiede il reddito di cittadinanza è obbligato a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. Una delle modifiche alla misura inserita nella legge di bilancio approvata dal governo e presentata dal presidente del Consiglio Draghi e dai ministri Daniele Franco e Andrea Orlando si riferisce proprio a questa strada. La sostanziale novità relativa al reddito di cittadinanza, infatti, consiste nell'introduzione di un nuovo meccanismo per facilitare la ricerca di lavoro da parte dei beneficiari.

Vi è inoltre un inasprimento dei controlli e dei reati che impediscono l'accesso al provvedimento. "Sono d'accordo con il principio del reddito di cittadinanza, ma deve avere un'applicazione che sia libera da abusi e non ostacoli il funzionamento del mercato del lavoro", ha spiegato il presidente del Consiglio Draghi, presentando le nuove regole del provvedimento. "E' chiaro che il sistema precedente non funzionava, era un disincentivo al funzionamento del mercato del lavoro, almeno 'in bianco', non in nero", ha aggiunto. Il premier ha anche assicurato che d'ora in poi i controlli "saranno diversi e molto più precisi ex ante".

I tagli al sussidio
Una novità riguarda le offerte di lavoro che giungono a coloro che percepiscono il sussidio economico: dopo il rifiuto di due offerte di lavoro, l'aiuto dello Stato decade. Finora, al beneficiario del reddito di cittadinanza è stata data la possibilità di rifiutare tre offerte di lavoro. Inoltre, dopo un semestre per gli “impiegati” – cioè le persone vincolate agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio – il sostegno subirà un taglio di cinque euro al mese. Il taglio in questione, che viene sospeso quando almeno un componente del nucleo inizia a lavorare, non riguarda le famiglie con figli al di sotto dei tre anni o con persone disabili gravi o non autosufficienti, né quelle che percepiscono meno di 300 euro.

Cosa può cambiare in Parlamento
Subito dopo l'approvazione del testo di manovra da parte del Consiglio dei ministri, che ha stanziato 30 miliardi di euro complessivi di cui 12 per tagliare le tasse, il Parlamento si prepara ad accoglierlo, pensando già a dove intervenire per le modifiche. Alcune questioni, dal rinnovo del superbonus 110% al reddito di cittadinanza, hanno già sollevato polemiche. A partire dalla prossima settimana il provvedimento arriverà in Senato, da dove inizia l'esame del testo. rifinanziato con diverse modifiche, principalmente per rilanciare l'occupazione e rafforzare i controlli. I 5 stelle hanno proposto di avviare la detrazione dell'assegno non dopo sei mesi ma dopo il rigetto della prima offerta di lavoro. Su questo punto sembra che sia stato raggiunto un accordo, che ora deve tradursi nella riscrittura della legge.