Napoli, prete pedofilo condannato a risarcire la vittima dopo 30 anni: "Sentenza storica"

I giudici del Tribunale di Napoli hanno stabilito la condanna per il sacerdote Don Silverio Mura, ex parroco di Ponticelli: il prete dovrà risarcire di tutti i danni il ragazzino di cui abusò sessualmente 30 anni fa. "Oggi è una sentenza storica per tutte le vittime di pedofilia", dichiara soddisfatto Arturo Borrelli, 46 anni, vittima del sacerdote pedofilo. Don Silvero Mura nel frattempo si è allontanato da Napoli - visto che la diocesi del capoluogo campano non lo ha mai sostenuto - ma esercita ancora il sacerdozio.

La riprovevole vicenda accadde quando Arturo era solo un ragazzino di 13 anni e il prete era il suo insegnante di religione. Un caso portato alla ribalta in tv con "Le Iene" e poi su altri giornali e riviste, in cui la vittima raccontava quello che aveva sofferto da piccolo. Un incubo che Arturo non ha mai dimenticato. Il 46enne non ha mai smesso di lottare per chiedere verità e giustizia. Nel 2010 Arturo denunciò il suo ex insegnante di scuola media per abusi sessuali perpetrati contro di lui in maniera continuativa dal 1988 al 1991, quando aveva dai 13 ai 16 anni. Dopo quella denuncia del parroco si persero le tracce, fino a quando non si scoprì che svolgeva ancora la professione di docente in un istituto alberghiero a Cicciano (in provincia di Napoli) e sparire di nuovo. Solo in seguito si scoprì che Don Mura era stato ospitato dalla Congregazione delle Missionari della Divina Redenzione sulle colline dell'Oltrepò Pavese sotto falso nome.

Il risarcimento di oggi è importante, perché arriva nonostante il Tribunale Ecclesiastico abbia assolto il sacerdote nel 2019 e il reato sia finito in prescrizione per il nostro sistema giudiziario. Attualmente Don Mura, che in tutti questi anni ha continuato ad insegnare, è sottoposto al processo per sostituzione di persona presso il Tribunale di Pavia, perché aveva usato un falso nome (quello di Don Saverio Aversano) trovando rifugio sulle colline pavesi dopo le denunce presentate da Borrelli e da un'altra presunta vittima.

Oggi, in concomitanza con l'inizio del processo penale, è arrivato il deposito della sentenza di risarcimento in tribunale civile: "Non finisce qui - dice Arturo - ora mi appellerò alla giustizia ecclesiastica, visto che mi ha dato torto. Voglio che chi ha commesso questo delitto non sia più sacerdote, mi sembra il minimo. Sono contento per tutte le vittime, perché questa è una sentenza storica". Soddisfatto anche Carlo Grezio, avvocato di Borrelli: "Questa è una sentenza che deve far riflettere oltre che far capire alle vittime di questi soprusi che giustizia si può ottenere e che la verità può emergere anche dopo anni, con il reato di prescrizione".

In foto Arturo Borrelli - Fonte Facebook Diego Arturo Borrelli Esposito