E' del Sud il primo divieto di assembramento della storia: risale al 1700!

Ormai non è più insolito sentire in televisione e radio, o leggere in internet, la parola 'assembramento', infatti attraverso la pandemia da Covid 19 tutti abbiamo imparato il significato di questa parola e di quanto rispettare il divieto sia fondamentale per fermare il contagio del virus: ma se ci fosse una targa risalente al 1700 che parla di un divieto simile, cosa pensereste?

E' una delle notizie più straordinarie degli ultimi tempi, come testimonia Michele La Veglia, cultore della storia di Napoli, a Port'Alba, una delle strade più famose e iconiche della città partenopea per la presenza di numerose librerie, è affissa una targa con il primo divieto di assembramento della storia umana ed è datata 1796 per ordine del Duca di Bagnoli e del Segretario del regno Girolamo Vassallo.

Il divieto, stabilito dai deputati del Tribunale della Mattonata e dell'Acqua, era quello di non sostare sotto Port'Alba: il divieto era esteso a tutti, ma soprattutto ai commercianti di generi alimentari che avevano l'abitudine di fermarsi ed esporre la propria mercanzia, dando la 'voce' per segnalare la propria presenza e mercanteggiare con ka folla di acquirenti che si accalcava presso il 'negozio', in questo modo l'assembramento rendeva impossibile il passaggio di carrozze e cavalli e difficile i passaggio dei pedoni.

Quello che più colpisce leggendo la targa è: "il presente bando col quale ordiniamo a tutt' e qualsivoglia persone che non aderiscano da oggi in avanti a tenere nel suddetto atrio posti, sporte e altri simili imbarazzi, sotto penna di DVC 24 da esigersi irremissibilmente da controventori."

In parole povere, coloro che venivano trovati ad assembrarsi sotto Port'Alba nel 1796, per qualsiasi motivo fosse, erano passibili di multa e irreversibilmente condannati a pagarla il prima possibile: il decreto odierno che stabilisce il divieto di assembramenti funziona esattamente allo stesso modo.