Arrestato il Boss Usuraio: costringeva le vittime a suicidarsi

Aveva costretto il proprietario di un bar, che gli doveva dei soldi e al quale aveva chiesto tassi di interesse molto alti, a vendergli la sua attività. Il commerciante, qualche tempo dopo, disperato, si uccise. E' successo a Cava de' Tirreni, dove G. Ferrara, 51 anni, condannato, è finito in manette per ordine della Dda dopo un'indagine dei carabinieri di Salerno.

L'uomo è accusato di concussione aggravata, di aver registrato beni fittizi, concessione di prestiti senza autorizzazione e cessione fraudolenta di beni. Le indagini sono partite nel 2019 dopo che l'uomo aveva acquisito un bar con annesso distributore di benzina, il cui proprietario si era suicidato nel 2015 a causa dei debiti contratti.

L'uomo aveva contratto con Ferrara un debito a condizioni usurarie, con tassi di interesse molto alti, divenuto poi estorsione. Non riuscendo a ripagare il debito, il titolare del bar ha poi stipulato una trattativa privata con il boss in cui era prevista la cessione dell'attività a Ferrara in cambio di una rata di 250 euro al mese. Il contratto sarebbe risolto alla morte di uno dei firmatari di questo accordo privato. Una clausola molto particolare e "sospetta".

Poco dopo, il titolare del bar si è "misteriosamente" suicidato. I carabinieri hanno sequestrato alla famiglia del boss 90.000 e 500 euro, il bar-pasticceria-tabacchi con distributore di benzina e le quote delle società "Tm Distributors s.a.s." e "Peccati di gola s.a.s.".