Nichi Vendola: "Il Papa deve chiedere perdono ai Gay"

Nichi Vendola ha detto la sua sulla richiesta vaticana di modifiche al ddl Zan. Intervistato dall'Huffington Post, l'ex presidente della Regione Puglia ha ricordato il disegno di legge contro l'omofobia presentato 25 anni fa, nel 1996.

"Penso che incitare alla discriminazione e alla violenza sia un crimine e non un'espressione effervescente di pluralismo. Penso che il magistero dell'odio e dell'intolleranza non sia una manifestazione del libero pensiero, ma una minaccia alla vita degli altri. Mi auguro sinceramente che lo Zan venga approvato quanto prima."

La posizione di Vendola da credente

"Da credente non più praticante, in un universo pieno di non credenti praticanti, mi chiedo come può la Chiesa, anche oggi, non fare i conti con il dolore che ha causato nei secoli per il suo dogmatismo sessuofobico e omofobo, come può tacere sui crimini commessi sotto la bandiera della Santa Inquisizione contro le donne e omosessuali, come non affrontare gli effetti drammatici delle sue parole violente, dei suoi anatemi contro un pezzo di umanità viva.

Vendola si è poi mostrato sorpreso dalla posizione di papa Francesco, vista inizialmente come simbolo di apertura:

"Con papa Francesco il tempo delle parole lanciate come pietre sul cammino di tanti esseri umani sembrava finito e non capisco questa battuta d'arresto. Piuttosto che invocare, con un gesto superbo e anacronistico, il rispetto del Concordato, la Chiesa dovrebbe chiedere perdono agli omosessuali. E in ogni caso, volendo, si può anche scorgere un lato 'positivo' in questo tentativo di ingerenza: questo interesse non richiesto del Vaticano nel processo di approvazione della Legge Zan potrebbe avere l'effetto opposto, e accelerare la discussione in Parlamento e nel paese."

Anche sul comportamento della Chiesa, Vendola è chiaro:

"L'omofobia è ritenuta un contenuto educativo o una missione pastorale? Nello Zan non si chiede a nessuno di rinunciare alle proprie convinzioni etiche o religiose, ma a tutti è chiesto di rispettare le leggi che tutelano l'integrità psico-fisica e la dignità di tutti. La libertà di espressione non è mai stata minacciata da questa legge e chi la afferma vuole in realtà seppellirla nel suo insieme. Penso che l'idea di civiltà che ha ispirato la Legge Zan non sia più rinunciabile d'ora in poi. Mi sembrava di aver trovato nel Vangelo la migliore enunciazione del principio di laicità: a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio."