Coronavirus, partito al Sud lo studio sulla 'super variante': le parole dei ricercatori

Al Ceinge di Napoli, centro di eccellenza nel Sud Italia che opera nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie avanzate, è partito lo studio sulla "super variante": i ricercatori stanno sequenziando la variante che presenta insieme le mutazioni isolate dalla variante nigeriana e dalla quella inglese. L'obiettivo della ricerca è comprendere la sua capacità di penetrazione nell'uomo e le sue performance.

Massimo Zollo, professore di genetica al Ceinge, il centro di biotecnologie avanzate dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha spiegato all'Ansa alcuni dettagli dello studio in corso sulla variante scoperta dall'Università di Bicocca di Milano in una paziente di Novara: "Stiamo sequenziando la variante che ha insieme mutazioni isolate dalla variante nigeriana e da quella inglese. Ora la analizzeremo per capire la capacità di penetrazione nell'uomo, le sue performance".

"Lo studio parte - continua Zollo - da come la proteina spike stia mutando, in particolare guardando le sue reazioni con il recettore angiotensina 2 che le permette di entrare nel corpo umano. L'interazione della proteina spike è fondamentale, perché i vaccini sono disegnati proprio per bloccarla. Noi ricercatori siamo convinti che stiamo cercando solo la parte emersa dell'iceberg, ma sotto ce ne sono altre che possono esplodere, per questo devono essere tracciate. Io però resto ottimista, se riusciamo a raggiungere il 90% di vaccinazione della popolazione e isoliamo le nuove varianti potremo tutti tornare a una nuova vita".

A studiare la nuova variante anche Ettore Campoluongo, docente di biochimica clinica e biologia molecolare clinica: "Il tracciamento delle varianti - spiega il professore - passa per il tracciamento completo del genoma del virus, mentre finora è stato fatto un sequenziamento a spot, partendo dalla proteina spike. Ma per avere un'idea di come evolve il virus bisogna sequenziare con tecnologie di seconda generazione che permettono con analisi sofisticate di trovare varianti nuove oltre a quelle già documentate. Il genoma del virus è di 30.000 basi e non è facile averne tutta la copertura, noi cerchiamo ceppi nuovi nella popolazione e questo si ottiene con il sequenziamento massivo che copre l'intera regione del genoma".