Scavi di Pompei, gli scatti del bombardamento della seconda guerra mondiale

Nell'estate del 1943 l'area degli Scavi di Pompei fu bombardata dell'aviazione anglo-americana, per la presunta presenza delle truppe tedesche nell'antico sito archeologico. Sul social del Parco in questi ultimi giorni sono emersi alcuni incredibili scatti delle rovine del sito storico: le bombe alleate quell'anno colpirono il settore Nord degli Scavi pompeiani, danneggiando il Foro, la Basilica, il Tempio di Apollo, le domus della Casa del Fauno e di Cecilio Giocondo.

I danni provocati dai bombardamenti degli alleati sono visibili ancora oggi. Nella Casa del Fauno, le cui colonne sono state recentemente restaurate e tornate finalmente al loro splendore, si conserva ancora uno degli ordigni esplosivi lanciati alla fine della seconda guerra mondiale dall'aviazione americana. A tal proposito, come riporta il quotidiano agro24.it, il Parco Archeologico di Pompei ha redatto un progetto di bonifica delle bombe inesplose condotto dal Genio Militare, che ha escluso la possibilità di qualsiasi rischio. Considerando che le bombe americane venivano lanciate dall'alto, a differenza di quelle tedesche che erano sotterrate nel sottosuolo, gli esperti ritengono improbabile la possibilità del rinvenimento di altre bombe.

Ecco il racconto del bombardamento da parte dell'aviazione anglo-americana pubblicato sulla pagina facebook del Parco Archeologico: "Dall'area degli scavi di Pompei, nella tarda estate del 1943, echeggiano sinistri boati e si alzano nuvole di fumo denso. Il sito archeologico è purtroppo diventato un obiettivo militare dell'aviazione anglo-americana, per la presunta presenza di truppe tedesche.

E così il pesante bombardamento colpisce in particolare il settore nord di Pompei, corrispondente alle Regiones VI, VII e VIII. Sono colpiti il Foro, la Basilica e il Tempio di Apollo, fra le domus spiccano la Casa del Fauno e di Cecilio Giocondo. Le ferite inferte dalle esplosioni sono ancora oggi visibili, e danno conto della potenza deflagrante degli ordigni da circa 250 libbre l'uno. Uno di questi si conserva ancora nella Casa del Fauno, le cui tormentate colonne dell’atrio secondario, ricostruite nel dopoguerra e ancora fratturate dal terremoto, tornano a risplendere al termine del recente restauro".